1. Sesso fra gay muscolosi


    Data: 03/06/2021, Categorie: Anale Autore: giovannino1993, Fonte: xHamster

    Sergio, 16 anni, figlio di un operaio e di una casalinga di una borgata di Roma. Capelli lunghi, lisci, biondi, corpo sinuoso e conturbante, pelle liscia come la seta. Una peluria folta solo intorno al cazzo e poi nulla. Anche intorno al buco del culo non si vedeva un pelo a cercarlo con la lente d’ingrandimento. Perfino mia sorella mi invidiava. Un corpo così farebbe comodo a molte ragazze. Ma io non ero affatto un effeminato. Ero solo giovane e bello e mi piacevano le ragazze. Mia madre e mio padre stravedevano per me. Ero anche molto intelligente. Intelligente nel senso che a scuola ero tra i primi della classe. I miei hanno fatto sacrifici indicibili per mandarmi alla scuola dei preti, quella frequentata dai figli di professionisti: avvocati, ingegneri, medici ecc.Desideravano potermi dare un avvenire diverso da quello che avevano vissuto loro. Volevano che diventassi un medico e soprattutto che non frequentassi ragazzi poco raccomandabili come quelli che frequentavano la borgata dove vivevo.Così, i miei amici erano figli di professionisti, gente con i soldi: Lorenzo, Francesco e Mattia. Mia madre era contenta che frequentassi ambienti altolocati. Io ero un ragazzino ingenuo, candido come la mia pelle. All’inizio Lorenzo e gli altri sembravano dei bravi ragazzi, ma poi cominciarono a manifestarsi per quello che sono, dei farabutti, e soprattutto a coinvolgermi nelle loro malefatte. Prima mi insegnarono a fumare e a bere, poi a fare tardi la notte, a spaccare le vetrine ...
    ... dei negozi, poi mi coinvolsero in qualche furtarello nei supermarket o nei negozi chic di abbigliamento. Per finire si misero in testa di fare una rapina. Naturalmente quello che ci andò di mezzo fui solo io. Mi rincorsero e mi presero, mi portarono in caserma, mi processarono e mandarono in riformatorio. E naturalmente non parlai perché a parlare sono gli infami ed io non lo sono.Qua dentro la vita è una merda.Uno come ero io a quella età, un agnellino candido candido lo inquadrano appena varca la porta d’ingresso. È come un dono di Natale, un regalo inatteso per quelli che ci stanno dentro, gente con le zanne al posto dei denti e dalla pelle dura come quella degli ippopotami: ladri, rapinatori, spacciatori e chi più ne ha più ne metta.Le guardie mi portarono a spintoni nella camerata e mi indicarono il mio letto e il mio armadietto. Mi dissero di tenere tutto in ordine che sennò mi avrebbero punito e che non c’era affatto da scherzare che a loro non l’avrei fatta. Mi dissero di fare il buono e di non dare fastidio, insomma di rigare dritto. Poi mi accompagnarono nel cortile dove i miei compagni di riformatorio passavano il tempo giocando a carte, a pallone o parlottando. Le gambe mi tremavano a solo volgere gli occhi verso di loro, non riuscivo a tenere alto lo sguardo tanto era il terrore che mi incutevano. Me ne stetti così per conto mio con il cuore sospeso in attesa di qualcosa. E quel qualcosa non si fece aspettare.Si avvicinò uno grosso come un armadio dall’andatura più ...
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