La casa degli angeli
Data: 05/06/2021,
Categorie:
Prime Esperienze
Autore: Edipo
Quando avevo sedici anni fui spedito a trascorrere l'estate nella casa di mia zia. Alt ! Se pensate che questo sia l'ennesimo racconto di incesto, con una zia che inizia al sesso il nipote, vi sbagliate. Non mi dispiacerebbe narrare una storia così ma le cose andarono in modo molto diverso. Dopo la morte di mio padre mia madre si era risposata e io non andavo d'accordo con il mio patrigno. Fu così con grande sollievo loro e forse anche mio che la sorella di mia madre accettò di ospitarmi nei mesi estivi nella sua grande casa in campagna in una località non lontana dal mare Adriatico. Prima di allora c'ero stato solo una volta, da bambino, e non me la ricordavo così grande, circondata da un piccolo parco percorso da sentieri di ghiaia, con fontane e panchine di legno. Un piccolo paradiso che dimostrava il benessere del marito della zia, uno che conoscevo appena e che in quel periodo era all'estero per lavoro. La zia era molto differente da mia madre che era piccola e grassoccia; lei invece era alta e magra, un bel fisico, ma il viso era troppo angoloso e severo. Non rideva quasi mai. Mi accolse con distacco e diffidenza: il fatto che non andassi d'accordo con il patrigno era un punto a mio svantaggio. Mi comunicò le regole della casa: si faceva colazione alle nove, pranzo all'una, cena alle otto. Chi tardava restava senza mangiare. Si doveva parlare a bassa voce, non correre per i corridoi, lavarsi regolarmente. Se avessi dato fastidio in qualsiasi modo sarei stato rimandato a ...
... casa. Dopo avermi dato questa lezione più da direttrice di collegio che da zia, mi disse che per qualsiasi cosa di cui avessi bisogno, potevo chiedere alla cameriera. Questa si chiamava Gianna ed era una ragazzona formosa e un pò scorbutica. Mi accompagnò nella mia camera e mi resi conto della considerazione in cui ero tenuto come ospite. Si trattava di una specie di sgabuzzino di tre metri per due, servito forse come ripostiglio di roba vecchia, ripulito in via sommaria. Una branda scricchiolante era il mio letto e assieme a una sedia e a un minuscolo comò con tre cassetti costituiva l'arredamento della stanza. Insieme alla zia e al personale vivevano in quella casa i miei cugini. Nicola aveva un anno meno di me ed era un ragazzo vizioso e viziato, davvero sgradevole. La prima cosa che fece fu mostrarmi la sua collezione di fumetti pornografici; a quell'epoca non esisteva internet e i giornaletti erano l'unico sfogo degli adolescenti. Mi chiese quante ragazze mi ero fatto fino allora e io gli risposi sinceramente: nessuna. Lui sosteneva di averne già avute sei o sette ma non ci ho creduto neanche per un momento. Poi mi chiese quali erano le dimensioni del mio pene e se volevo confrontarlo con il suo. Era troppo e gli dissi di lasciarmi in pace. Così evitai di uscire con lui; me ne stavo per lo più da solo nella stanza, con la buona scusa di dover studiare la materia in cui ero stato rimandato a settembre. Questo mi arretrò ancora nella considerazione di mia zia che riteneva ...