Incontro in treno
Data: 01/01/2018,
Categorie:
Etero
Autore: Quasar
Corsa in taxi. Clacson. Milano centro, ore 22.30. "Miseria" pensava Paolo, "perdo il treno. Lo sapevo, avrei dovuto prendere l'aereo, come al solito. Cosa mi è saltato in mente... Mai cambiare le vecchie, buone e consolidate abitudini. Milano-Parigi si fa in aereo, un'ora di volo e sei arrivato. Ma no, vado a provare la cuccetta in treno, dieci ore di viaggio. E adesso rischio di perderlo, al primo tentativo. Imbecille."Arrivò in stazione, saltò fuori dal taxi, corse al binario. Vagone 9, cuccetta 4. Due posti, come aveva scelto. Avrebbe preferito una singola, ma era veramente troppo cara. Dividere il viaggio con qualcun altro poteva essere sopportabile, se avesse dormito senza russare e senza rompere le scatole dall'inizio alla fine. Salì sul vagone e si fermò davanti alla cuccetta n� 4. La porta era chiusa, le tende tirate, ma si intravedeva una fioca luce."Il mio compagno di viaggio è già arrivato", pensò Paolo "Peccato, quasi quasi speravo che il secondo posto non fosse stato prenotato... Pazienza, non si può avere troppo, è già abbastanza essere arrivato in tempo, da come si erano messe le cose."Aprì la porta scorrevole. Era stanco, di cattivo umore, ma doveva essere gentile. "Buonasera, spero di non disturb...oh!" La voce gli si strozzò in gola. "Ehi, chiuda la porta! Ma come si permette? Se ne vada!" sentì gridare dall'interno della cuccetta, ancora prima di rendersi conto che era una voce femminile.Richiuse violentemente la porta, rimanendo ...
... immobile davanti ad essa. Vagone 9, cuccetta 4. Non aveva sbagliato. Allora che ci faceva una donna intenta a slacciarsi la camicetta? Nelle cuccette vige la separazione dei sessi, è impossibile che in una cabina doppia dormano un uomo e una donna, se non volontariamente. Forse nelle quadruple, ma nelle doppie... "Ci mancava anche questa", mormorò Paolo con disappunto. Eppure il biglietto coincideva.Bussò alla porta. "Sì, cosa c'è?" chiese la voce dall'interno. "Scusi" disse Paolo, chiedendosi perchè mai si doveva scusare "non voglio tormentarla, ma il mio biglietto dice che il mio posto è qui... posso mostrarglielo se vuole...". Dieci secondi di silenzio. Poi la porta si aprì leggermente e sbucò una mano. "Mi dia il biglietto, non è possibile... verifico subito". "Ma pensa un po', non si fida" si disse Paolo passandole il biglietto. La mano lo prese e la porta si richiuse.Trenta secondi di silenzio. La porta si riaprì, questa volta un po' di più. "Paolo, ma sei tu? Il nome sul biglietto..." disse la voce, questa volta con ben altro tono, stupito e amichevole. Paolo si chiese stupito chi poteva essere... Un viso si affacciò dalla fessura, e lo guardò indagatore. Era Chiara, una ex compagna di università... mai più vista dopo la laurea, dieci anni prima, ed ora... si incontravano in una cuccetta."Chiara! Ma sei tu?" Paolo ripetè le sue parole, inebetito. "Ma che ci fai qui?". Ottimo, più banale non potevo essere, pensò. "Voglio dire, questa ...