Finalmente al Glory Hole (parte V, gran finale)
Data: 01/01/2018,
Categorie:
Prime Esperienze
Autore: Marta G., Fonte: EroticiRacconti
... non vale, cavolo!” protesto Cinzia sfilandosi il cazzo da dentro. Io però non persi tempo e mi fiondai sotto la sua fighetta raccogliendo lo sperma che appena tolto il cazzo iniziava già a colare fuori, poi la baciai profondamente, inserendo la mia lingua sul suo orifizio già allargato dal pene appena uscito. Pomiciai con la sua figa mentre con un dito le stuzzicavo il clitoride. Questo assalto colse di sorpresa Cinzia, subito percepii il suo respiro più corto ed affannoso. Venne velocemente nella mia bocca, a cosce ancora larghe e con il culo appoggiato alla parete dietro di lei. “Oddio Marta, che bello….wow, grazie” “Ma figurati, sono io che ti sono debitrice” Ormai ero fuori di me per l’eccitazione, anche io volevo una sborrata dentro, libera e senza protezioni. Mentre la mia amica stava ancora riprendendosi dall’orgasmo andai alla parete di fronte da cui usciva un cazzo nero veramente bello. Lo lubrificai con la mia saliva e senza perdere tempo mi volta e lo feci entrare in me. Cinzia mi guardava compiaciuta, era consapevole che ormai ero diventata una puttana da glory hole e che non avevo più bisogno di insegnamenti da parte sua. Mi scopavo quell’enorme cazzone che mi dava piacere sin nella bocca dell’utero e l’uomo dall’altra parte, dai gemiti che emetteva, se la stava godendo alla grande. Poi mi assalì una voglia repentina e inarrestabile. Volevo quel cazzo nero nel culo. I rapporti anali mi erano sempre piaciuti, mi facevano sentire veramente porca e sentirmi porca ...
... mi faceva godere ancora di più. “Cinzia dammi una mano, lo voglio in culo!” ansimai. “Marta, sei come me, insaziabile” rise Cinzia avvicinandosi per darmi una mano. Mi fece sfilare il cazzo che ormai era ben piantato in me, questo creò il disappunto dello sconosciuto di turno. Il suo pene libero ora sussultava per aria, era uno spettacolo vederlo così rigido e luccicante dei miei umori. Intanto Cinzia aveva già iniziato a massaggiarmi lo sfintere con il suo dito indice bagnato di saliva, poi ci sputò ulteriormente e infilo prima mezza falange e quindi il resto del dito. Io non opposi nessuna resistenza chiaramente, nemmeno quando infilò dentro anche medio e anulare per allargarmi del tutto. Quando ritenne che fossi pronta iniziò a strofinare la cappella sul mio buchetto di dietro. Lo sconosciuto che aveva capito cosa stesse succedendo non faceva altro che ripetere che dovevo dargli il culo come una specie di mantra. Sentivo la cappella sforzare il tessuto elastico del mio sfintere e farsi strada lentamente. Il dolore che provavo era nulla in confronto al piacere. Quando il cappellone fu entrato interamente capii che il peggio era passato e iniziai a spingermi indietro facendomi letteralmente impalare dal quel cazzo d’ebano. “Vai Marta è entrato, non ci avrei scommesso; ora decidi tu il ritmo” Cinzia si pose sotto di me e mentre mi leccava la figa, cosa che mi fece perdere definitivamente la testa, toccava le palle dello sconosciuto. Io sentivo il culo completamente riempito da ...