1. Quinta parte - Epilogo con la cognata


    Data: 15/06/2021, Categorie: Feticismo Autore: Frank Zaz, Fonte: EroticiRacconti

    ... le colava lungo le cosce. Fu una chiavata da leggenda. Ad un certo punto decisi che avrei tentato di possederla dal lato “B”. Estrassi il cazzo dalla sua vulva e lo appoggiai tra le sue chiappe. La cappella e l’asta erano fradici del suo umore, per cui non fu complicato farsi largo nel secondo canale. Quando capì che cosa volevo farle, tentò un timido atto di protesta dicendomi: “. . . lì non l’ho mai fatto . . . forse sarebbe meglio . . .”. Non la feci finire. Delicatamente infilai la cappella nel suo culo. Dapprima delicatamente e senza troppa foga spinsi piano piano in avanti. L’asta lubrificata a dovere scivolò senza difficoltà dentro i suoi visceri, finché le palle non giunsero a toccare nelle sue chiappe. Era successo, finalmente. Stavo inculando mia cognata. Lei a questo punto non si oppose più e mi lasciò fare. Messa a pecorina com’era, era una preda assolutamente semplice da possedere. Da dietro la dominavo con sicurezza. Le pistonai il buco del culo con crescente foga, ed alla fine lei parve gradire. Si mise a gemere in modo incontrollabile. Mugolava e godeva da pazzi. Il mio cazzo, stretto dentro il suo culo, pareva non avere alcuna intenzione di cessare la sua opera di penetrazione profonda. La tenevo saldamente per i fianchi mentre defloravo con forza quel buco stretto e bollente. Avanti e indietro . . . avanti ed ancora indietro. Lei scodinzolava come a riceverne di più . . . sempre di più . . . Continuai così per una buona mezz’oretta, finché non fu il momento ...
    ... di cambiare posizione. Estrassi il cazzo dal suo culo e le feci capire che era il momento di girarsi. Era assolutamente in balia delle mie voglie (che erano anche le sue). Si girò a pancia sopra ed attese gli eventi. Aveva le gambe divaricate, segno evidente che voleva nuovamente essere penetrata, ma io decisi per un “fuori programma”. Mi misi a cavallo su di lei, andai verso l’alto finché non le porsi, davanti al viso, la mia asta fradicia e lucida dei suoi umori. Capì al volo cosa doveva fare. Aprì la bocca e vi accolse quello scettro di carne duro e pulsante. Cominciò ad andare avanti e indietro con la testa, aiutandosi con una mano, con la quale carezzava l’asta ed ogni tanto le palle. Fu un pompino coi fiocchi. Non aveva problemi ad accogliere tutto il mio cazzo, giù giù fino in gola. A differenza di lei, che era già venuta almeno tre volte, io ancora non avevo realizzato la prima sborrata degna di questo nome, per cui decisi che anche se fossi venuto ora, avrei avuto altra energia per ripartire quasi subito. Avrei ricompensato la sua completa disponibilità con una sborrata imperiale con cui le avrei riempito la bocca e la gola. Il pompino proseguì frenetico, ma io non feci nulla per trattenermi, anzi, le presi la testa e me la tirai sempre di più verso il cazzo. Cominciai anche a muovermi come se stessi effettivamente scopando. Le stavo scopando la bocca. Cinque, sei . . . sette pistonate finché non giunsi al capolinea. Due, tre . . . quattro schizzi torrenziali, mentre ...
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