Non sono bella però
Data: 18/06/2021,
Categorie:
Tradimenti
Autore: Rosa, Fonte: EroticiRacconti
... Sentii il cazzo di Totò fra le chiappe. Mentre la mia mano sinistra era impegnata a tenere il cazzo di Pasquale, poetai quella destra ad impugnare il cazzo di Totò ed indirizzarlo nella fica. Sentii il suo colpo di reni, l'impatto del suo ventre col mio culo e il suo cazzo tutto dentro a sfondarmi tutta. Prese a muoversi velocemente facendomi gridare di piacere mentre spompinavo Pasquale che, a quanto pare, aveva qualcosa in mente. Ricordavo perfettamente che nelle battutine e nei suoi doppi senso il culo ci entrava sempre. Infatti dopo che raggiunsi il mio secondo orgasmo, senza che Totò fosse venuto e, nel caso non avrei avuto problemi, Pasquale gli dice di scambiarsi i posti. Imboccai il cazzo di Totò che mi sembrò la fotocopia di quello di mio marito che è pur sempre un bel cazzo. Avevo ragione: Pasquale aveva la testa lì. Forzava. Mentre spompinavo Totò portai la mano dietro e indirizzai il suo cazzo nella fica. Appena mi sentii penetrare, sentendomi tutta piene, stavo per venire. Mi diede due colpi facendomi gemere e lo riportò su. "Te lo devo fare provare qui" disse. Ero abituata in quanto con mio marito lo faccio, anzi lo facevo, sempre. Però capirete. Cercai ancora di portarlo giù ma subito mi ritrovai la cappella dentro. Bello! Pensai. Con due colpi fu tutto dentro fino alle palle che mi sbattevano sulla fica. Mi sentivo spaccare fin dentro lo stomaco e in pochi secondi arrivammo tutti insieme. Totò nella mia bocca dicendomi; "Chi boccaccia che hai Ro! Si ...
... bevitelaaaa. Ti piaceee Ro" Pasquale non so quanti litri di sborra bollente mi riversò dentro l'intestino facendomi godere ancora. Il tutto in poco più di mezz'0ra. Francamente era stato bello fare la troia e mettere le corna a mio marito ma ero, tra virgolette, pentita in quanto con loro ci viaggio ogni giorno: come sarebbe andata a finire? Quando me lo chiedevano che dovevo dire che non mi era piaciuto? Se ne parlava quasi giornalmente. Loro dicevano che ogni tanto si poteva fare; io, pococonvinta, dicevo di no.Durante il mese di novembre Pasquale prese l'influenza e rimase a casa una settimana. l secondo giorno che viaggiammo da soli io e Totò, martedì, uscendo dall'ufficio, erano le 16, mi disse: "Che ne dici se ci fermiamo in campagna?" "Per cosa? Totò per favore!" "Perché? Mi piacerebbe noi due da soli. Non ti arrabbiare! E'e poi magari niente più" "Totò, è successo, è piaciuto a tutti ma non è che deve diventare abitudine". Sembrava rassegnato ma qualcosa di libidinoso si era svegliato in me. Eravamo con la mia auto, guidavo io e, qualche chilometro prima che si imboccasse la stradina sterrata che conduce da lui, gli dissi: "Però non lo devi dire nemmeno a Pasquale, altrimenti diventa......Me lo giuri?" "C'è bisogno che melo dici?Poi come vuoi fare fai, decidi tu". Misi la freccia. Fu tutto diverso perché antrambi consapevoli. Questa volta ci spogliammo completamente e usammo, stendendo su un plaid, il letto. Un'ora di scopare: volle sborrarmi in bocca, mi leccò tutta ...