1. Tradire a ... Napoli


    Data: 19/06/2021, Categorie: Etero Sensazioni Autore: Cyojin

    ... o rovinarsi le scarpe: lo stato dei luoghi non è da buttare, ma comunque è un posto chiuso da una decina d'anni, eh!". Annuisce mentre le lascio il tempo di qualche chiamata astraendomi e silenziando lo stereo. E' ancora presa dalla seconda telefonata quando scendo per aprire il cancello che conduce alla villa. Le poche chiavi sono tutte riconoscibili. Entro con il suv e riscendo a richiudere la cancellata alle mie spalle. La vedo girarsi verso di me per vedere cosa sto facendo mentre credo stia terminando la chiamata. Risalito in auto sono io a toglierle ogni dubbio: "Chiudo sempre quando sono qui, la proprietà è grandissima, come sai il parco è enorme... ed è meglio essere sempre sicuri che nessuno possa accedervi...". Mi fa cenno di aver capito mentre si volta a prendere probabilmente il trench. "Io lo lascerei lì, Diana, fa davvero caldo e oltretutto rischi di sporcarlo con la polvere e l'intonaco sfarinato dei muri.". Parcheggio di fronte all'ampia scala a due volute che conduce al piano rialzato. "Questo è l'ingresso principale, Diana, tieni conto che di qui, attualmente, si accede con una certa facilità a tutta la struttura... ma volendo può essere facilmente creata una divisione degli spazi sfruttando gli ingressi alle singole zone della villa... poi ti faccio vedere meglio e comunque dalle piantine è ben evidente.". Mi sorride scendendo dall'auto senza darmi la possibilità di aprirle lo sportello: "Più o meno dalle carte mi sono fatta una idea... ma adesso e domani ...
    ... vediamo meglio...". Faccio scattare con un riflesso condizionato la chiusura centralizzata della macchina chiedendole solo dopo: "Non è che ti serve già la reflex?"- "No, adesso fammi solo vedere la struttura sommariamente, per le foto abbiamo il pomeriggio e tutto domani...". Avvicinandomi e con la scusa di farle strada le poggio la destra sulla schiena in modo discreto e gentile: "Prego, allora, cominciamo dall'ingresso padronale...". La osservo camminare, si muove bene, anche se sulla ghiaia e sul terreno sconnesso: merito dei tacchi comunque bassi e un minimo confrotevoli: "E' una fortuna che tu non abbia tacchi alti... dovrei portarti in braccio altrimenti!" sorrido dicendole mentre inforchiamo la scala. Sale con passo più spedito del mio, che mi attardo a scegliere la chiave giusta per non perdere tempo sulla soglia. Alzo gli occhi e vedo di fronte a me il suo sedere che si muove discreto dietro i passi. Mi dico che se non ha le collant sotto, ma delle autoreggenti alte, ha un sedere che dev'essere tutto da guardare, baciare e fotografare per quanto le sta su bene. Abbasso gli occhi, scaccio il pensiero e la supero aprendo il grande portone. La luce invade il grande salone ingresso, dove le persiane schermano ogni raggio di sole e mantengono all'interno un buio fitto e verdognolo. Polvere, tanta, nell'aria. "Le ville nobiliari del 700 sono così strane dopo che finiscono svuotate di arredi, quadri e tutto il resto... l'assenza si sente tanto di più". Qualche passo a desra ...
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