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Silenzio
Data: 22/06/2021, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: BlackInk
Silenzio. Filnalmente silenzio in questa casa troppo spesso troppo affollata. Ha finito anche l’ultimo elettrodomestico. L’ultima macchinata di lavaggio è stesa ad asciugare. Il maggiore è in montagna con la fidanzatina. I gemelli sono al pigiama-party dal loro compagno di classe. Antonio è in trasferta e fino a martedì non avrò sue notizie. Meno male. Scherzo. Voglio bene a mio marito. Solo che ogni tanto è troppo apprensivo. Troppo integerrimo. Troppo preso dal suo ruolo di padre, marito, uomo di casa. E lasciati andare un po’. Ma poco importa di mio marito, adesso. Quello che conta è che per qualche giorno non si farà vedere e io avrò tutto il tempo che desidero. E questa notte sarà tutta per me. Mi faccio una doccia. Lavo via da me tutti i residui della casalinga. Getto nel cestone quella biancheria anonima che indosso quotidianamente. Frugo nel cassetto e dal posto mio segreto faccio magicamente apparire un tanga a filo interdentale e un reggiseno trasparente. Mio marito non ha mai visto questa roba. Penso che gli verrebbe un colpo se anche solo immaginasse che me la sono comprata. Mi guardo allo specchio e faccio un paio di passi di danza. Faccio ancora la mia porca figura nonostante le tre gravidanze e l’età non più verde. Certo le tette non sono quelle che avevo a vent’anni ma il loro dovere lo fanno ancora. Mi tuffo nell’armadio e anche da qui appaiono una minigonna nera, tanto corta che mi spunta il mio bel mezzo chilo di prugna calda, e ...
... un top leopardato, tanto scollato sulla schiena che farebbe svegliare anche i morti. Di nuovo indugio allo specchio. Chi riconoscerebbe in me la casalinga oculata, la brava madre di famiglia, la moglie fedele? Mi mancano solo i tacchi vertiginosi, che sfoggio solo in questi miei sabati solitari e un trucco che mi renderà la peggior baldracca di molti chilometri. Un giro in bagno con matite e pennelli e, zac, sono perfetta. Troiaggine a livelli stratosferici. Salto in macchina e mi lascio alle spalle le villette a schiera coi giardini curati. La notte si scioglie davanti a me. Ho qualche chilometro da fare. So dove voglio arrivare. So cosa voglio trovare. Questo è il mio sabato notte. Le sagome mastodontiche dei tir spuntano all’orizzonte. So che quello è un parcheggio molto frequentato dai bisonti della strada. Infatti, quando arrivo, ne trovo almeno una quindicina. Gli autisti fanno capannello davanti alle motrici. Qualcuno seduto sugli sgabellini, altri in piedi. Molti sono in canottiera, altri a petto nudo. Dai calzoncini spuntano gambe tozze. Quando mi vedono arrivare smettono di parlare tra di loro e puntano i loro sguardi sulla mia macchina. Mi fermo a qualche metro dal gruppo. Lascio loro il tempo di realizzare che non sono della polizia. Si guardano, poi mi guardano di nuovo. Il primo che si avvicina è un tipo basso, con la pancia prominente chiusa a stento dalla canottiera chiazzata. “Hai perso la strada, bella?” mi cheide col fare del maschio ...