UN METRO
Data: 02/01/2018,
Categorie:
Etero
Sesso di Gruppo
Lesbo
Autore: Browserfast, Fonte: RaccontiMilu
... qualcuno, ma non tanti. I ragazzi non sono un granché tranne due con i quali potrei pensare di flirtare un po’, ma che mi accorgo subito che sono marcati a uomo dalle proprie ragazze.Oltre a loro due ci sono altri tre personaggi di cui vi debbo parlare. Il primo è un tipo ridicolo e fastidioso, che mi si appiccica addosso. Dopo nemmeno trenta secondi mi ha già chiesto se una sera voglio uscire con lui. Vorrei rispondergli “sì, se mi lasci respirare”. Prima che nascesse, ne sono certa, la parola “petulante” nel vocabolario non c’era, l’hanno inventata per lui. Me lo schiodo di dosso con grande difficoltà e solo perché arrivano Lapo e Serena a salvarmi. La seconda è una ragazza non particolarmente bella di cui qualcosa nel mio cervello mi impedisce di ricordare il nome. Ride e scherza con tutti mantenendo però un’evidente distanza, si sente molto Principessa. E’ la classica ragazza che ce l’ha un po’ con te perché non le hai chiesto il permesso di esistere. E’ un tipo antropologico esistente in Natura, avete presente, no? Infine Federica, una tipa allo stesso tempo assurda e strepitosa. Davvero una bella ragazza con gli occhi verdi e i capelli viola. Magra, non quanto me ma magra, sinuosa. Piercing al naso e alle orecchie e parlata incerta, come se fosse costantemente assalita dal dubbio di dire qualcosa di improbabile. Absolutely neurotic. Si tortura una ciocca con un dito e spinge lo sguardo di qua e di là senza una ragione apparente. Mi pianta nel bel mezzo di una ...
... conversazione e si allontana. Una pazza totale. Mi sta simpaticissima.Per un’oretta si fanno in loop più o meno le stesse cose: si balla, si beve, si chiacchiera e ci si fanno le canne. Quelli accoppiati, ne conto sei, mano a mano cominciano a pomiciare esplicitamente. Serena non so più dove sia. La matta, Federica, passa da un capannello all’altro per sfuggire, adesso tocca a lei, al Petulante. Nel salone c’è meno gente, come se piano piano ci fossimo sparpagliati per la casa.Anche io a un certo punto vado a cercare il bagno e mi rendo conto con soddisfazione che non barcollo nemmeno poi tanto. La seconda cosa, di cui mi rendo conto immediatamente dopo, è che questa è una di quelle case dove la chiave del bagno non si usa. Apro la porta e vedo Giampaolo, uno dei due fighi con cui avrei voluto flirtare, che si sta facendo fare un pompino da una ragazza seduta sul bidet. Che, per inciso, non è la sua ragazza. Mi guardano sorpresi e, soprattutto lei, con un po’ di paura. La scena è anche buffa, perché mentre mi osserva con gli occhi sgranati un filo di bava dondola unendo le sue labbra al cazzo del tipo. Quando il filo si stacca, per me è come un segnale. Prima dico “scusate!”, poi osservo la toppa dove, come pensavo, la chiave non c’è. Poi, non so nemmeno io il motivo ma sospetto che sia l’alcol, sussurro loro “sto qua fuori a fare la guardia”. Richiudo la porta e mi devo tenere la faccia tra le mani per non mettermi a ridere in modo scomposto. Ma faccio bene a restare lì, perché ...