UN METRO
Data: 02/01/2018,
Categorie:
Etero
Sesso di Gruppo
Lesbo
Autore: Browserfast, Fonte: RaccontiMilu
... numero?- Se hai un bagno che si chiude a chiave, perché no? Ahahahah...Ride anche lui commentando "naturalmente", tira fuori il telefono dalla tasca e memorizza il mio numero. Io penso che se non lascia passare troppi giorni sono pronta a farmi mettere le mani ovunque, da questo figo e a svuotarlo come non l’ha mai svuotato nessuna. E penso anche che forse a lui un po’ duro è venuto, ma che sicuramente a me si sono bagnate le mutandine solo a immaginarmi la scena.Alla spicciolata iniziano ad andarsene quasi tutti. Anche la Principessa insieme, con mia enorme sorpresa, al Petulante. Che per lei però deve essere poco di più di un autista. Anche lui mi chiede il numero, gli do quello del mio codice fiscale. Serena, in quel momento nei paraggi, conosce il trucco e si volta per non scoppiare a ridergli in faccia.Pure Federica se ne va, portata via da quella zoccola di Adriana e dal suo ragazzo molto probabilmente pluricornuto. La matta mi si avvicina e mi stringe, prima dei due bacetti di prammatica mi fa: “sei una persona molto valida”, come se fosse un agente immobiliare. Ho per un attimo il sospetto che mi stia prendendo per il culo. Ma in realtà, mi dico, questa qui non è capace di prendere per il culo nessuno, è semplicemente fuori come un terrazzino.Vado da Serena proprio mentre dietro di lei passa Lapo, che sta accompagnando della gente alla porta. Le ...
... dà uno schiaffetto sul sedere, lei si volta e gli sorride con degli occhi che dicono tutto. “Mi sa che è ora, Sere... ma tu perché non resti? Non ti preoccupare per me”, le dico a bassa voce. Non ci posso credere che preferisca passare la notte con me piuttosto che con Lapo.Lei mi ondeggia davanti e si avvicina, ho l’impressione che la sua capacità di connettere sia ormai prossima allo zero. Ma mi sbaglio.“Certo che resto... e resti pure tu”, sussurra. La guardo attonita, cercando di recuperare un po’ di lucidità per dirle che non ho nessuna intenzione di fare la guastafeste né tantomeno di reggere il moccolo. Mi anticipa ridacchiando e mettendo su un’aria furbetta. E in tutta onestà anche un po’ da troia: “Te l’avevo detto che il pigiama non ti serviva, stanotte”.Ok, un po’ di lucidità l’ho recuperata. Perché non sono proprio idiota e perché le sue parole sono come una piccola frustata. Però non riesco ancora a dire nulla. Anzi, probabilmente ho l’espressione di un baccalà che ha appena smesso di agitare la pinna dopo che è stato tirato a secco da un paio d’ore.Serena mi getta le braccia al collo e mi piazza gli occhi negli occhi. Siamo praticamente naso contro naso.- Un metro di cazzo, tesoro. Un metro di cazzo! Non sei curiosa? Non ti va di cominciare?CONTINUA I racconti di Annalisa sono anche suGoddess on her kneeshttps://erosferaracconti.home.blog