Nobody like you - parte ii
Data: 30/06/2021,
Categorie:
Etero
Autore: velvetMorgana
I’ll hold your hand and slap my face
I’ll tickle you to your disgrace
Won’t you put me in my proper place
a nobody like you
(Lou Reed)
R. era del Sud. È stato il mio Sud, quasi al confine con l’Africa.
Aveva vent’anni e occhi nero-blu che ridevano sempre.
Bello, come l’avessero disegnato a carboncino: labbra che parlavano di peccato mortale e un corpo giovane e pieno.
Il piccolo locale dove lavorava era poco più di una bettola, ma Betta e io il caffè freddo non potevamo berlo se non lì.
Una sera, insieme al resto mi consegnò un fogliettino: il suo numero di telefono. Celai a Betta quel dettaglio: del resto, ancora pochi giorni e sarebbe ritornata al nord. Io sarei restata, da sola.
Nel consegnarmi le monetine del resto, R. Sfiorò con le dita il mio palmo aperto.
Fu solo un attimo ma sufficiente a farmi inumidire le “terre basse”; mi stupii di me stessa: era la prima volta che provavo un desiderio così puro, distinto.
La macchia translucida e densa affiorata sul cavallo delle mie mutandine fu inequivocabile.
Gli ultimi giorni di vacanza di Betta furono frenetici, un impegno incastrato nell’altro, senza sosta. Fu un bene, perché il desiderio non mi lasciava tregua. Si insinuava nella mia mente, nel dormiveglia...mi svegliavo di colpo, i seni doloranti e i capezzoli tesi, bramosi di essere leccati e pizzicati.
Così elettrica, Correvo sotto la doccia e lasciavo che l’acqua si prendesse cura dei miei desideri in disordine.
Betta ...
... partì, finalmente.
L’accompagnai all’aeroporto e sulla strada del ritorno mi fermai al bar di R.
Nel vedermi entrare, mi sorrise e disse «Sola?»; annuii.
«allora a questa sera, alle dieci, al cavalcavia sulla Nazionale...»
Per un attimo credetti di aver sognato: lo guardai stranita e lui si mise a ridere. Aggiunge solo: «Non fare tardi.» e scomparve nel retrobottega polveroso.
Giunta a sera in un fascio di nervi e senso di anticipazione indossai una gonna lunga e morbida e un top scollato: una mise da cocktail party più che... “più che” cosa? La mia mente cosciente non approvava: le ex amanti in gramaglie non si apprestano a farsi sbattere da giovani sconosciuti; le ex amanti in disarmo purgano il dispiacere con dignità, tagliandosi le vene in silenzio.
Lo specchio rifletté l’immagine di una giovane donna, viva.
Arrivai in orario. Lui pure: guidava una vecchia utilitaria, rossa e scassata al limite dell’indecoroso.
Salii e allacciai la cintura: si mise a ridere e biascicò un “polentona“ che mi fece avvampare.
Imboccò la Nazionale, direzione Sud, mentre io mi abbandonai sul sedile rigido, in silenzio.
Restammo muti per alcuni minuti, poi R.
prese a parlare. Non ricordo di cosa, perché con la mano destra iniziò ad accarezzare il lembo di pelle lasciato scoperto dalla mia gonna.
Guidava, parlava, accarezzava. Io, muta e vigile.
Poi si interruppe: alzai gli occhi e intercettai uno sguardo di sfida.
Non abbassai i miei ma con un gesto fluido ...