Il posto al fiume - 04. le mie nuove giornate parte 1
Data: 30/06/2021,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: lucaxu2, Fonte: Annunci69
Il suono della sveglia mi fa saltare dal letto che sono ancora le cinque e mezza del mattino. Ieri sera tornato a casa mi
sono fatto una doccia, ho mangiato sensa dire una parola e sono crollato sul letto guardando un film col culo che mi
faceva male e la testa piena di pensieri. Pensavo che non sarebbe facile andare così presto dal mio vicino, ma per
fortuna al mattino spesso sono solo a casa, mio padre fa il muratore ed esce alle 5 per lavoro, mia madre fa le pulizie
in un locale notturno e non rientra mai prima delle 9. Tutto combaciava, sembrava proprio che il destino mi volesse far
diventare una troia. Quando suona la mia sveglia, fuori c'era già luce e in meno di dieci minuti sono con lo zaino in
spalla, sotto al sole del mattino, che mi dirigo nella strada parallela alla mia per suonare al mio vicino. Il culo mi fa
un male cane, mi sembra ancora di avere un cazzo piantato dentro mentre cammino. Appena mi trovo sotto al portone, mi
rendo conto di non conoscere neanche il nome del mio vicino. Ho un vago ricordo delle nostre chiacchierate di quando
ancora ci trovavamo per strada normalmentte e suono un campanello sperando di non sbagliare. Il suono della sua voce mi
rincuora ma non certo le sue parole. "Michelina sei già qua a quest'ora? Ma allora a te il cazzo non basta mai! Ti ho
detto presto ma ti aspettavo alle sei. Non mi è neanche suonata la sveglia. Facciamo così, visto che fuori non c'è
praticamente nessuno, comincia a ...
... spogliarti e a mettere tutti i vestiti nel tuo zaino, lascialo li a terra, poi ti metti
sotto al mio balcone.
Io intanto mi lavo la faccia e quando mi affaccio voglio vederti che guardi su, nuda, gambe
divaricate e le mani incrociate dietro la nuca. Non muoverti da quella posizione fino a che non senti aprire il portone."
Faccio veloce a spogliarmi ed a mettemi come voleva il mio vicino. Avevo paura che raccontasse tutto a mia madre ma cosa
avrebbe pensato chi mi avesse visto in quella posa? Fortuna che il mio vicino riappare al balcone in breve tempo, ma il
bastardo teneva in mano la macchina fotografica e mi stava per scattare una foto così come ero ritraentomi come una troia
sotto casa sua. Volevo muovermi ma mi aveva vietato di farlo fino al suono del portone che si apriva. Dietro di me
qualche macchina dei primi lavoratori mattutini, scorreva lenta. Sapevo che non mi potevano vedere perchè ero dentro una
specie di atrio con delle mura di cinta che faceva da ingresso, prima di arrivare alla porta con i campanelli, ma mi
stavo vergognando da morire. "Sorridimi e poi girati Michelina che voglio vederti anche da dietro. Mi sono rimaste un po'
di foto nel rullino e volevo finirlo prima che lo sviluppiamo." A quelle parole avvampo dalla vergogna ma mi giro come
vuole il mio vicino. Mi rendo conto solo allora che in realta, dall'apertura nelle mura che dava nell'atrio della casa,
le macchine potevano vedermi benissimo per un piccolo lasso di tempo ...