La cantina
Data: 11/07/2021,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: fabrizio, Fonte: EroticiRacconti
No… papà è mancato un mesetto fa… si, una cosa improvvisa… chi lo cerca? Cazzo se fa freddo… il lento basculare della stufetta elettrica non riesce a scaldare né la cantina umida né la brandina da campeggio sulla quale sono coricato, completamente nudo; al di là del finestrotto si sente scrosciare la pioggia… dal soffitto penzola una lampadina polverosa che proietta poca luce e tante ombre sulla masserizie accatastate tutt’attorno. Chiudo gli occhi e cerco di concentrarmi sulla sua mano che mi accarezza, lentamente. L’annuncio proponeva soddisfazione a chi avesse voluto vendicarsi di un suo professore; ovviamente il mio pensiero andò alla professoressa di matematica del liceo che, tra logaritmi, calcolo integrale e studio di funzioni, aveva instillato i peggiori incubi della mia esperienza scolastica, ed alle migliaia di volte che, per fargliela pagare, avevo fantasticato di farle subire le peggiori brutalità sessuali, e non potei esimermi dal rispondere. Si sviluppò un piacevole carteggio via mail, dove, in sintesi, l’interlocutore mi raccontava di essere stato un professore terribile, di avere vessato con astruse lezioni di chimica i suoi studenti per lunghi anni e che, per una specie di contrappasso, si proponeva di elargire piacevoli attenzioni e chi avesse dovuto subire il medesimo trattamento; che poi i destinatari dei soprusi e quelli delle sua carezze fossero persone diverse, questo rientrava appunto in una sorta di riequilibrio esistenziale. Poi, messaggio dopo ...
... messaggio, mi precisò che non mi può ospitare in casa a causa della moglie malata e invalida, per lo stesso motivo non si poteva allontanare da troppo da casa ed che sarebbe stato disponibile solo in determinati orari diurni. Ed è a causa di queste sue limitazioni che sono qui, nudo come un verme, a tremare in questa cantina interrata in un palazzone di periferia. Ci incrociamo per strada, un signore anziano, alto, elegante, una gran barba; mani grandi e forti, la sola idea di sentirle addosso mi gonfia il sesso. Mi va bene, gli vado bene, furtivamente imbocchiamo la porta che dall’androne scende nell’interrato, il consueto labirinto di corridoi e infine il lucchetto che si apre sull’antro umido a malapena riscaldato dal soffio della stufetta; apprezzo la carineria, ma cazzo, in questo posto dove dal finestrotto si sente scrosciare la pioggia, dal soffitto penzola una lampadina polverosa e dove ci sono masserizie accatastate tutt’attorno, fa un freddo boia. Si siede, mi tira a sé e mi spoglia completamente. Sono nudo, intirizzito, ed eccitato. Mi fa stendere sulla pancia sulla brandina gelida, comincia ad accarezzarmi la schiena, dalla nuca alle spalle, al tronco, i fianchi, i lombi. Mi divarica i glutei, mi massaggia il buco e con dolce decisione inserisce un dito per tutta la lunghezza; mi massaggia internamente, poi lo ritrae, lo accoppia con un secondo e nuovamente mi penetra in profondità. Tento di non irrigidirmi, ma fra il freddo intorno e le sue due dita gelide ed enormi ...