La cantina
Data: 11/07/2021,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: fabrizio, Fonte: EroticiRacconti
... piantate nelle viscere non è un’impresa facile. Esce fuori, mi gira sulla schiena e le cose migliorano un po’; la brandina è tiepida del mia calore, la schiena del suo accarezzare, comincio ad avere un po’ meno freddo e a rilassarmi, anche perchè, pur mantenendo la penetrazione delle sue due dita, con il palmo della stessa mano mi assaggia il perineo e con l’altra comincia ad accarezzarmi il sesso. Un piccolo nucleo di tepore si sviluppa nelle viscere e poco alla volta si espande in tutto il corpo. Mi masturba senza fretta, con movimenti lunghi, lenti e sincronizzati con le spinte delle dita nel mio intestino. Chiudo gli occhi, ascolto i suoi movimenti, il freddo piano piano svanisce sopravanzato da quella piacevole sensazione di orgasmo che di avvicina. Comincio a sentirmi ansimare sempre più profondo, e se possibile lui rallenta ancora più le spinte, fino a quando sento le contrazioni, mi sento venire ed il fiotto di sperma mi bagna dal volto al torace. Apro gli occhi, e lo vedo osservarmi intento, con un leggero sorriso sulla bocca. Con un fazzolettino di carta mi asciuga, poi mi pulisce con una salvietta. Riprendo fiato, fortunatamente non è una persona loquace, anche io sono silenzioso, non ci sono grandi discorsi da fare, ognuno resta nella sua silenziosa gratitudine verso l’altro. Mi chiede come sto, se ho ancora tanto freddo. No, passato, rispondo. Chiede se sono stanco. No, figuriamoci. Mi fa alzare vicino a sé. Torna a penetrarmi con le sue due dita, ormai ...
... tiepide del mio calore interno, e con quelle mi tira prendendolo in bocca. Sono molle, ma il suo succhiare ed aspirare poco alla volta me lo fa gonfiare. Usa le sue due dita come leva e mi avvicina e allontana da sé; osservo il mio sesso sempre più gonfio che scompare nella sua bocca e ricompare lucido della sua saliva. Mi afferro alle sue spalle e assecondo in maniera fluida le sue spinte. Percepisce il mio imminente piacere, allora lo lascia fuori e mi finisce con leggeri colpi di lingua sul glande. L’orgasmo rimane in bilico per un tempo che pare infinito, poi alla fine esplodo e gli schizzi del mio seme gli bagnano la faccia e gli imperlano la barba. Senza fretta mi pulisce poi si asciuga il volto. Mi fa stendere nuovamente sulla brandina, chiedendomi se mi può ancora accarezzare. Certo che si, e mi rilasso sentendo le sue mani percorrere il corpo, senza malizia ma con una piacevolezza che, pur nel mio sfinimento, riesco a percepire e ad apprezzare. Poi, bruscamente, mi dice che deve andare. In quell’antro umido, dove siamo esistiti solo noi due ed il piacere che ci siamo scambiati, il tempo è passato velocemente, ed in effetti anche per me si è fatta l’ora. Ripercorriamo i corridoi bui, risaliamo le scale e nell’androne ci stringiamo la mano, come semplici conoscenti. La settimana successiva provo a ricontattarlo, nell’immediatezza non sarebbe riuscito a liberarsi, magari la prossima settimana, poi la prossima ancora e poi queste cose vanno così, altri incontri, altri sessi, ...