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Squillo per gioco
Data: 11/07/2021, Categorie: Tradimenti Autore: benves, Fonte: Annunci69
... sta che feci la doccia, mi truccai leggermente, un po di profumo e mi vestii in modo normale come se dovessi andare a passeggio: un tailleur primaverile blu. Sotto la giacca una camicetta verde. Come intimo un coordinato reggiseno slip in merletto nero e autoreggenti color carne. Mi accompagnò mio marito. Alla 18,05 ero davanti alla camera n. xxx. Mi tremavano la gambe. Non sapevo se bussare o scappare via. Bussai. Ebbi solamente il tempo di dire mentalmente a mio marito, che la porta si aprì. Mi trovai davanti ad un uomo penso della mia stessa età. Un bell'uomo: alto, bruno con una folta capigliatura, in maniche di camicia. Uno sguardo di meraviglia e di compiacimento da parte sua. Io, da parte mia, avvampata di calore per la vergogna. Volevo proprio guardarmi in viso. "Ciao, Katia. Accomodati" disse sorridendo. Entrai e l'imbarazzo fu totale perché non sapevo come comportarmi. Fu lui, il suo nome è Luciano, a rompere il ghiaccio dicendo che era stato fortunato, che era un imprenditore pugliese e che si trovava a Torino per affari. Posai la borsetta sullo scrittoio e proprio li mi guardai allo specchio: rossa e timorosa. Seguì un attimo di silenzio per me molto imbarazzante. Mi si avvicinò, mi spostò i capelli, mi accarezzò la nuca e avvicinò le sue labbra alle mie. "Sei proprio splendida" sussurrò. Sorrisi ringraziandolo. Sentii la sua lingua farsi spazio fra le mie labbra. Cercai di essere disinvolta e l' ...
... accolsi nella mia bocca. Aveva un buon sapore. La succhiai delicatamente. Era la prima volta che gustavo una lingua che non fosse quella di mio marito. Non fu poi così traumatico. Sentii la sua mano sui seni. "Oh scusa!" Prese i soldi dalla tasca della giacca e me li porse."Tieni sono per te. Sono 500". Mi resi subito conto che dovevo dare il meglio di me stessa. Li conservai dentro la borsetta. Nel frattempo si era liberato della camicia restando a torso nudo. Quindi prese a slacciarsi la cintura. Io, dando leggermente le spalle, mi sfilai la giacca sistemandola sulla poltrona. Il tempo di rigirarmi e quasi ci scontrammo: sistemò i pantaloni su una sedia e me lo ritrovai di fronte in slip. Mentre mi sbottonavo la camicetta mi avvinghiò con le braccia cercando la cerniera della gonna. La trovò. Eravamo così vicini che non potevo nemmeno sfilarmi la camicetta. Abbassò la cerniera. Eravamo viso contro viso. Intrufolò nuovamente la lingua nella mia bocca e fece scendere la gonna lungo le mie cosce, finché sentii le sue mani sulle cosce nude oltre gli autoreggenti e poi sulle natiche. Se cercava di mettermi a mio agio ci stava riuscendo perfettamente. Come se sapesse che per me era la prima volta. Devo dire che ci riuscì perfettamente nel senso che che fui assalita da una gran voglia di concedermi e sentii i miei primi umori colarmi dalla fica. Mi trattenni di sospirare di piacere e di gemere. Altrimenti che prostituta ...