1. Elda e alda


    Data: 05/01/2018, Categorie: Lesbo Autore: Mirosa, Fonte: Annunci69

    Elda e Alda
    
    Elda, la ex fidanzata di mio figlio, trascorre più tempo in casa mia che nella sua, spesso mi capita di rientrare dopo i turni con le ambulanze, e trovare la colazione o il pranzo, se non addirittura la cena pronti, e non è cosa da poco, dopo otto massacranti ore di lavoro. Elda ha le chiavi e poiché il suo posto di lavoro è assai più vicino alla mia abitazione che alla sua, quando fa nottata, s’infila nel mio letto. Facciamo shopping assieme e poiché ogni momento libero lo trascorro nella casa di campagna, viene frequentemente a trovarmi e allora, per non avere poi troppo da riordinare, occupiamo lo stesso letto nella stanza al piano superiore, dove non essendoci gabinetti, usiamo il vaso da notte e ridiamo, quando il mattino scendiamo la scala, ognuna reggendo il proprio pitale.
    
    La confidenza tra noi due è molta al punto che, un pomeriggio, nella casa rurale, quando le ho raccontato dei due uomini con i quali sfogo le mie voglie sessuali, lei ha voluto sapere i particolari intimi: se quando faccio i pompini, permetto loro di sborrarmi in bocca e se non disdegno di donare anche il culo. Alla mia risposta affermativa, quando avevo specificato che nel sesso fra persone adulte e consenzienti, tutto è fattibile, lei mi aveva confidato di non aver mai provato il vero orgasmo scopando, che con mio figlio, avevano sperimentato tutto e di più, e che il motivo per il quale avevano deciso di non condividere l’intera vita, era stato che lui l’aveva scoperta a ...
    ... masturbarsi, immediatamente dopo che avevano fatto sesso sfrenato. Aveva poi aggiunto, che le capita di tanto in tanto, anche se non ciclicamente, di essere assalita dalla voglia irrinunciabile di godere e di come è costretta farlo per non smaniare. Mi raccontò che quando le era accaduto sul bus, aveva inforcato gli occhiali da sole, si era portato un cleenex al naso per nascondere gemiti ed espressione stravolta poi, serrando spasmodicamente le cosce, aveva avuto un devastante orgasmo. Era scesa come un’invasata entrando d’impeto in un bar, si era chiusa nel gabinetto, dove aveva continuato a masturbarsi fino a che il barman era andato a bussare alla porta, per accertarsi che stesse bene; le aveva messo 5 euro in mano, si era rintanata in un taxi dove si era procurata altri orgasmi, coprendosi il viso con un libro che insieme a occhialoni e fazzolettini di carta, porta sempre appresso a se. Aveva infine concluso la giornata tormentosamente erotica, sditalinandosi a casa, immersa nella vasca da bagno, continuando poi a letto, fino a che il sonno aveva posto termine alla squassante maratona erotica.
    
    Le avevo chiesto a quali fantasie ricorresse, quando l’assalivano quelle voglie irrefrenabili, mi aveva risposto che non pensava a niente, si concentrava sull’approssimarsi del piacere e che era il suo organismo che provvedeva a farle avere gli orgasmi, lei si strusciava furiosamente il clitoride, allo scopo d’abbreviare i tempi fra un godimento e l’altro; mi confidò che un solo ...
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