1. Elda e alda


    Data: 05/01/2018, Categorie: Lesbo Autore: Mirosa, Fonte: Annunci69

    ... pomeriggio ne aveva avuti 31, perdendo poi il conto, per la rapidità con la quale si susseguivano.
    
    Le avevo detto che pensavo fosse una cosa meravigliosa, Elda aveva riso e aggiunto: «Meravigliosa e imbarazzante! Un pomeriggio di giugno, mentre studiavo in biblioteca, ho avuto cinque orgasmi consecutivi, al punto che l’esagerato flusso di umori vaginali aveva formato una chiazza umida, sul davanti dei miei fuseaux; sono scappata coprendo la macchia con un libro, vergognandomi per il penetrante odore che spandevo attorno a me. Nel tragitto fino a casa, mi ero fatta due ditalini nei bagni di un supermercato, altri nell’androne di un portone e gli ultimi all’interno di un’auto abbandonata in un vicolo, dove le prostitute, col buio, portavano i clienti. Quindi stai attenta Alda, che se ti trovi nei paraggi quando mi prende la smania, ti salto addosso e ti violento.» Per battuta le avevo detto:«Scapperei, ma non tanto alla svelta da non farmi raggiungere.» Avevamo riso, poi mi ero rifugiata in bagno a masturbarmi, non fantasticando di fare sesso con lei perché, a parte i baci che avevo scambiato con un’amica di scuola, quando avevo 15 anni, che mi erano serviti per non fare la figura dell’imbranata, in prossimità del mio primo appuntamento con un ragazzo, non avevo mai preso in considerazione il sesso saffico; mi ero però eccitata vedendo con gli occhi della mente, Elda che godeva, sommersa dalle ripetute ondate di piacere. Quando ero uscita, mi aveva preso la mano, si era ...
    ... portata le dita al naso, le aveva annusate e baciate, mi aveva guardato con aria sbarazzina, poi eravamo scoppiate entrambe a ridere.
    
    Quella stessa notte, svegliata dall’avvicinarsi di un temporale, percepii un rumore insolito e alla luce schermata dell’abat jour, mi apparve Elda in un atteggiamento esasperatamente erotico: con una mano reggeva il pitale di metallo smaltato, schizzandoci dentro getti di orina che emettevano quel suono singolare, e con l’altra si era portata una mammella alla bocca, leccandosi il capezzolo, guardandomi nel contempo con lo sguardo famelico di lupa in calore. Avevo emesso un gemito strozzato, però non avevo distolto gli occhi da lei che, usando la mano con la quale si era retta la tetta, si stava passando ripetutamente le dita lungo il taglio della fica e se le succhiava lascivamente; immaginai di assaporare il gusto della sua piscia e allora il fuoco m’incendiò il corpo.
    
    L’orgasmo iniziò a scendermi serpeggiando per la spina dorsale e nell’attimo che esplodeva nel clitoride, puntellai talloni e nuca, inarcai la schiena, urlai mentre godevo in modo disumano, restando poi ansante ed esterrefatta mentre Elda mi diceva:
    
    «Adesso sai cosa provo io, quando mi assaltano queste sensazioni.»
    
    Posò il vaso e si coricò, distante da me, voltandomi la schiena e lasciandomi con la voglia pazza di lei, col desiderio di giocare con i suoi grandi seni e la brama di affondare la lingua fra le labbra della sua fica, sperando di assaporarne gli stimolanti ...