1. Il ritorno all'anormalità


    Data: 05/08/2021, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: Maks, Fonte: EroticiRacconti

    ... Intuii che non era preoccupata di trovare in Sara una rivale in amore, ma di trovarlo in me. Evidentemente non parlava di me insinuando una cotta per Sara. Parlava di sé. Mia moglie se ne era andata di casa sbattendo la porta. Io non ero colpevole di nulla, se non di esistere, di coesisterle, non so cos'altro. Avrei voluto chiamare Sara per sapere se mia moglie fosse da lei, ma avrei rischiato una figura di merda. Sarei potuto uscire a cercarla, oh sì sognavo di scoprirla, di spiarla di nuovo perduta nel limbo dei sensi tra le esili braccia di Sara. Non potevo intromettermi tra loro, interrompere quello spettacolo, mi sarebbe stato bene così, ridurmi a semplice spettatore con gli attori liberi di improvvisare a loro piacimento, alle mie spalle, alla mia faccia. Forse quell'esperienza aveva spinto Marta ad un livello superiore di autocoscienza, dove vivere la propria bisessualità con naturalezza e spontaneità; ma perché quell'astio gratuito nei miei confronti? Oh no, bisessuale ma monogama! Cazzo, che tragedia, dalle stelle alle stalle. "Perché?" un asciutto sms a cui non rispose. No, Dio no, fa solo che non vada a piangere sulle spalle di Monica, pronta a sentirsi artefice di quella nostra crisi, a rivalutare il nostro bacio e la mia telefonata sotto una luce di ritrovata onnipotenza. Tutto intorno allontanava l'apparenza dalla verità, contro di me, ma io amavo Marta. Senza sapere cosa fare, scesi le scale, uscii dal palazzo, presi l'auto. La macchina di Marta era ancora ...
    ... lì, che sollievo! Non poteva essere lontana. La incrociai nel buio di un marciapiede, la riconobbi dallo slancio, la sorpassai e accostai. Marta salì in auto, sguardo a terra, i boccoli spettinati in faccia: - Scusami, sono una stupida, non devo comportarmi così con te. Se vorrai punirmi ti capisco. Tacqui, come di rabbia, ma in realtà quella frase mi aveva spiazzato. Marta a letto amava essere strapazzata, usata, offesa. Era la punta di un iceberg: voleva essere punita! Cazzo, se l'avrei fatto, ma non come piace a lei; sarei andato ben oltre. La rabbia che mi possedeva si incanalò in un delirio di perverso ardore sessuale: - sarai la mia cagna stasera, dovrai obbedire e servirmi senza obiezioni - tacque a capo chino. Tornammo a casa, tra gli strattonamenti, gli insulti e le spinte che mia moglie subiva con rassegnazione e condivisione di intenti. Intanto avevo inviato un messaggio a Kamil. KAMIL, mio amico d'infanzia, dalle medie al liceo, nostro testimone di nozze, promessa dell'atletica della città. Risate, avventure, cazzate, feste, alibi, sbagli, tanti, sempre insieme. Dov'ero io era lui, finché un amore maledetto non lo portò lontano da me, per poi spingerlo nel baratro: prima i sogni, i programmi ambiziosi, l'entusiasmo, poi la solitudine, i debiti, la dipendenza. Folle, bello e misterioso come la sua patria di origine, ma infinitamente ingiusto con sé stesso. Non riuscì a risollevarsi per mesi, finché la malattia della madre non gli impose di riprendere a vivere per ...