1. Ti andrebbe di darmi il culo?


    Data: 29/08/2017, Categorie: Gay / Bisex Autore: FringuellinoCaldo, Fonte: Annunci69

    Ero diventato la schiavetta sessuale di M. ed una delle puttanelle del gruppo, probabilmente la principale, sicuramente la più usata, come già accadeva nella fase iniziale delle seghe. Uno alla volta c’erano entrati quasi tutti quanti, nel mio orifizio sempre umido.
    
    Quel giorno compresi quanto io fossi considerato troia, mi accorsi che in giro c’era gente che sapeva, non solo quelli dell’oratorio ma anche qualcun altro era al corrente del mio facile culo.
    
    Ero alla fermata dell’autobus, ma avevo avuto un contrattempo questo era passato ed ero rimasto da solo a piedi.
    
    Ero piuttosto contrariato perché non sapevo come tornare a casa. Decisi di aspettare, probabilmente sarebbe passato qualcuno del paese che mi conosceva.
    
    Infatti, passò una mezzoretta, si fermò un’utilitaria, riconobbi la macchina di un paesano, F., un tizio di mezza età che viveva a qualche centinaio di metri da casa mia.
    
    “Dai, sali su”.
    
    Contento entrai nell’auto che ripartì.
    
    Parlammo un paio di minuti del più e del meno, poi lui cambiò espressione ed arrossendo lievemente: “Beh… sai… ho sentito dire in giro… beh si… che ti fai inculare… capisco che sono cazzi tuoi… sei un bel ragazzo… ognuno è libero di fare quello che gli piace… se ti piace prenderlo nel culo fai bene a farlo… così carino… ti senti femmina… ” intanto mi aveva appoggiato una mano sulla coscia.
    
    Avevo già capito dove saremmo andati a parare, un altro cazzo in culo.
    
    Lo davo già per scontato più che altro ero sorpreso a ...
    ... vedere da dove arrivava.
    
    Infatti: “TI ANDREBBE DI DARMI IL CULO?” domandò, tutto sommato abbastanza educato, certamente di più di quelli che me lo sbattevano dentro tutti i giorni, così rudemente, senza nemmeno domandarmelo.
    
    Continuò: “Proprio se ti va, sono bravo, ti farei godere, vuoi?”.
    
    Annuii, anche se non ero mai stato con uno così grande.
    
    La mia cronica incapacità a dire di no, in quella la fase femminile, ormonale e troiesca nel corso della quale andavo con chiunque lo volesse.
    
    Un paio di chilometri dopo imboccò una stradina laterale, stretta e tortuosa.
    
    Si fermò un paio di volte, ma non appariva soddisfatto, bofonchiava che lì ci vedevano, cose del genere.
    
    Quando arrivò in un piccolo spiazzo circondato dai rovi si fermò definitivamente. Lì era impossibile essere visti.
    
    “Posso rivolgermi a te al femminile? Mi piacerebbe... è eccitante”.
    
    “Certo” risposi “Eccita anche me”. Dissi, anche se, in realtà la cosa, allora, mi lasciava piuttosto indifferente.
    
    Anche questa cosa me l'aveva chiesta, gli altri mi chiamavano fighetta, pompinara, troia e puttana rottainculo e non gli era mai neppure entrato nell'anticamera del cervello di domandarmi se mi andava o no, per loro era scontato.
    
    In realtà non è che mi dispiacesse, era vero.
    
    Inoltre usavano un nomignolo, che non vi dirò perché qualcuno potrebbe riconoscermi, un'abbreviazione particolare del mio nome che si sarebbe potuta intendere anche femminile, lo facevano praticamente sempre, con malizia ...
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