1. Ti andrebbe di darmi il culo?


    Data: 29/08/2017, Categorie: Gay / Bisex Autore: FringuellinoCaldo, Fonte: Annunci69

    ... anche quando c'era gente ignara delle mie caratteristiche che poi mi chiamava così. In questo modo la cosa si era estesa, più che un soprannome, era diventato il mio nome.
    
    Mi spogliai in pochi istanti, F. mi abbracciò e mi distese sul sedile, mentre mi baciava sul collo.
    
    “Amore… bella… rilassati che ci divertiamo”.
    
    Dopo avermi baciato sulla bocca e leccato le labbra si rialzò e si risedette sul suo sedile dopo aver abbassato un po' anche questo, afferrò il mio cazzo, il fringuellino scompariva in una delle sue manone mentre con l'altra tirava fuori il suo.
    
    Mi ricordo della sorpresa che provai quando lo vidi, era tozzo, non molto lungo, sedici, diciassette centimetri, ma largo, la cappella enorme, sembrava uno di quei vasi di vetro per la marmellata, quando lo presi con la mano, non ci stava. Giuro.
    
    Pensai subito che quel coso non sarebbe mai entrato nel mio culetto senza spaccare tutto.
    
    Ma non mi tirai indietro, F. mi spinse delicatamente sul sedile, sulla schiena, e mi fece tirare su le gambe.
    
    “Ti scopo così, voglio che mi guardi, sei dolcissima con quegli occhioni spaventati … carina... ma non devi aver paura... lo so che è grosso ma sono bravo in queste cose, non ti farò niente.. godrai e basta”.
    
    Sussurrava così nelle mie orecchie, aveva ripreso a baciarmi e nel frattempo aveva infilato l’indice e medio nel mio culo fremente e li muoveva, allargandoli a forbice, come per allentare l’entrata.
    
    Io gemevo, di paura ma anche di piacere.
    
    “Bella, ...
    ... come ce l’hai stretto, non è vero che sei spanata come dicono, una fighetta… dolce… bella… amore…”. Pronunciava queste parole come un mantra, come se volesse ipnotizzarmi.
    
    Era in ginocchio davanti a me, il suo cazzone, sul quale aveva fatto colare un’abbondante razione di saliva, puntava il mio orifizio che si contraeva per la paura, pulsava come una lampadina di Natale.
    
    Spinse leggermente, roteando il busto, entrò per un paio di centimetri, poi si fermò.
    
    Ero dilatato come mai prima, faceva un po’ male, ma non molto, qualche istante, il tempo di adattarsi.
    
    “Sono bravo eh… te l’avevo detto… tesoro…”.
    
    Si insinuò ancora più in profondità, fermandosi ancora.
    
    Poi giù, un centimetro alla volta. Lentamente lo “sentivo” aprirsi la strada.
    
    Fino in fondo.
    
    “Hai visto? L’hai preso tutto”, disse trionfante.
    
    E non mi aveva fatto molto male! C’era dolore ma ne provavo di più con certi tipi dal pisello piccolo, ma malaccorti e cattivi.
    
    Si muoveva avanti e indietro. Inizialmente con cautela poi cominciò a lasciarsi andare.
    
    Prese a scoparmi di brutto, blam blam! Colpi micidiali. Largo come un secchio gridavo di dolore e piacere, non potevo farne a meno col quel pilone che mi sfondava il culo.
    
    Dal cazzo mi usciva un rivolo di sperma, non era un vero e proprio orgasmo ma un deliquio, una cosa ovattata e continua.
    
    Venne (me ne accorsi dagli schizzi che mi inondavano le interiora), chiaramente sborrò dentro, allora si scopava sempre a pelle, i maschi non ...