Capodanno a saturnia - il giorno dopo (prima parte)
Data: 20/08/2021,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: Ultralogos, Fonte: Annunci69
... stomaco.
Chiedo del bagno e mi viene indicato, entro in quello che era un ampio antibagno dove si affacciavano tre porte con i water. Mi appoggio al muro e riprendo fiato tentando di calmarmi un po’ ma passato qualche secondo si apre la porta e:
“Ciao Andrea, sei scappato”
Era Dimitri che mi aveva seguito. Ero pietrificato. Mi squadra un po’ e intanto si avvicina sempre di più, mi prende la testa tra le mani e mi bacia profondamente. Mamma che lingua, spessa, morbida, calda, mi tremano le gambe, si stacca dalla mia bocca e mi abbraccia stretto per qualche secondo.
“Vieni”
E mi prende per un braccio portandomi in uno dei gabinetti. Io ancora non avevo fiatato e, sinceramente, non avevo abbastanza aria nei polmoni per emettere nemmeno un sibilo. Come la sera precedente mi sentivo la testa leggera, ma stavolta l’alcool non c’entrava niente.
“Voglio sentirti ancora mio, ma abbiamo poco tempo”
Mi mette una mano sulla spalla per farmi abbassare e con l’altra si apre la zip dei pantaloni.
“ieri sera mi hai fatto stare benissimo, ho goduto da morire, stamattina voglio assaggiare la tua bocca, ma prima devi dirmi che sei mio e che mi vuoi”
E mentre lo diceva già si era tirato fuori il pisello, moscio, ma già imponente. Io lo guardavo dal basso negli occhi in uno strato di totale prostrazione e l’aria non usciva con sufficiente vigore dai miei polmoni per sollecitare le corde vocali.
Mi guardava negli occhi con un’espressione tranquilla e d’un tratto ha ...
... iniziato a darmi dei leggeri buffetti col pisello sul viso.
“Allora? Ho frainteso? Voglio che tu sia mio, adesso, e me lo devi chiedere”
L’odore che il suo uccello emanava, un misto di afrore maschio e di acqua sulfurea mi ha invaso le narici, ero imbambolato davanti a quell’idolo di carne, passa qualche secondo e
“Ok, dai, probabilmente ho frainteso”
E si rimette il pisello nei pantaloni.
Panico. Lo volevo. Lo volevo a tutti i costi. Lo volevo subito, in quel luogo, a qualunque costo. Gli blocco la gamba che già era in moto per girarsi e andarsene, trovo il fiato per dirgli
“Ti voglio, ti prego non andare, fammi tuo qui, subito”
Il suo viso si illumina e con una mano mi accarezza la fronte e mi scompiglia i capelli, riscende la zip e tira fuori dinuovo l’uccello, sempre moscio.
“Prendilo, tienilo in bocca ma non ciucciare, prima devi dimostrarmi la tua disponibilità. Non sporcare!”
Il tono dell’ultima frase era perentorio e dal significato oscuro alle mie orecchie, ma non mi interessava, avvicino il cazzo alla bocca e l’afrore mi fa impazzire, lo prendo in bocca intero e serro le labbra intorno a quel salsicciotto. Mi mette una mano dietro la nuca e mi preme contro il suo addome e con l’altra si muove ad accarezzare delicatamente la testa, gli occhi, le guance. Lo guardo e sono completamente senza volontà se non quella di compiacerlo.
Un lieve sospiro e uno schizzetto mi colpisce la gola.
Sono interdetto.
In un istante mi chiude il naso tra ...