Marlene in bilico - Racconti Erotici

Marlene in bilico

Nota per il lettore: assolutamente autobiografico. Anzi é accaduto anche qualcosa di più che non ho riportato.

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“Non so se posso farlo! - E lo avevo guardato intimorita – Non ho mai fatto niente del genere!” Ecco, la stretta allo stomaco è già partita, quella che genera ansia e tormento.

Mi lancia uno sguardo dolce e malizioso - Secondo me puoi benissimo - insiste rassicurante- Devi solo trovare un po’ di sicurezza.

Accidenti Fabrizio. Perché mi conosci così maledettamente bene? - mi dico - Anche io dentro di me so che posso farlo. E provo una iniziale vertigine davanti a questa nuova linea da varcare: un misto tra timore ed attrazione nei confronti di questa nuova esperienza che si profila minacciosamente intrigante. Dentro di me la saggia-me e la folle-me sono già partite in contrattazione tra loro.

Fabrizio conosce bene l’animo femminile, eterno ed immutabile in tutte le donne. Siamo tutte profondamente uguali: reticenti e riluttanti ma disponibili a condizione di sentire accanto il partner giusto.

“Non saresti da sola, staresti con me “ ed in virtù di queste paroline magiche mi ritrovo ad accettare la proposta di andare al privè.

Ed ora eccomi qui nella penombra di questa sala enorme. Corpi avviluppati, gambe attorcigliate, sguardi luccicanti di bramosia: come posso non essere intimorita? Proprio accanto a me ci sono due donne avvinghiate in un 69 acrobatico e roboante: i loro sospiri e gemiti mi stanno trapassando le orecchie e il ...

... cervello.

Un paio di ore fa eravamo giù in discoteca. Discoteca erotica la chiamano. Le donne? Qualcuna molto bella e giovane, qualcuna normale, qualcuna sinceramente poco attraente. Vestite con body incollati alla pelle dalle trame semitrasparenti e tacchi altissimi, alcune decisamente fetish. Tutte vogliono attrarre l’attenzione e mostrarsi al loro meglio. Ognuna troverà qualcuno disposto a farle godere.

Nessuna verrà lasciate indietro in questa giostra della trasgressione. Nei divanetti laggiù una coppia si è già lanciata in una copula tra l’indifferenza generale.

Con Fabrizio ho ballato, bevuto qualcosa, fatto qualche chiacchiera. Poi ad un certo punto mi ha preso la mano e siamo saliti al piano superiore. Mi aspettavo qualcosa di forte ma quello che ho visto oltrepassava le mie aspettative. Non ero preparata alla scena dal sapore dantesco: buona parte delle persone che poc'anzi avevo visto in disco ora erano in questa grande sala, avvolta dalla penombra. I corpi sdraiati uno accanto all’altro. Ognuno ha preso posto su questa enorme pedana-materasso che corre lungo tutta la sala. Forza, ora tutti sulla giostra. Sta cominciando a girare su sé stessa promettendo brividi e vertigini.

Fabrizio mi sospinge verso uno spazio rimasto libero tra due coppie. Non faccio in tempo a sdraiarmi che mi sento diverse mani addosso. Il mio primo istinto sarebbe di ricacciarle indietro. Appartengono a gente che non conosco. Fino ad ora mi sono concessa a patto che ci fosse empatia, sintonia e ...