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La psicoterapeuta
Data: 21/08/2021, Categorie: Gay / Bisex Autore: LadyRo, Fonte: EroticiRacconti
... Master. Lui è unico. Noi donne dobbiamo essere prese nell'anima per fare ciò che non avremmo mai immaginato di fare. Passarono giorni e lei mi richiamò. Si disse soddisfatta dei progressi che stavo facendo e che se lo desideravo sarei potuta tornare a casa sua. Mi ritrovai di nuovo tra le sue braccia. Questa volta non ero in lacrime. Pensava di recarmi sollievo accarezzandomi. La sua propensione a fare bene i compiti, a seguire bene ogni protocollo per essere una brava psicoterapeuta era adorabile. Mentre mi teneva fra le sue braccia, notai che stavolta non portava il reggiseno. Con un gesto noncurante le sfiorai con le dita i capezzoli. Non indietreggiò. Ci riprovai, allungai il tempo, un secondo poi due. Non solo non si staccava ma il capezzolo si inturgidiva sempre di più. Sono esausta, le dissi. Le dispiace se restiamo pochi minuti in silenzio? Ho bisogno di riprendermi prima di ritornare a casa. Restammo in quella posizione. Io con la testa sulle sue spalle e la mia mano che saliva sempre meno impercettibile e più sfrontata verso i suoi capezzoli. Il suo respiro cominciò a tradirla. Ora inspirava più a lungo. Capii che potevo spingermi oltre. Continuai a massaggiare solo un capezzolo, con moto circolare, sopra la sua camicia. I suoi inspiri divennero sempre più profondi. Allora cominciai a ...
... slacciarle la camicetta. Vennero fuori entrambi i grossi seni bianchi. Sentivo che non potevo ancora guardala negli occhi, si sarebbe ritratta e le avrei dato la consapevolezza di quello che stava succedendo, perdendola così per sempre. Invece, doveva sembrarle ancora tutto un po' onirico per il momento. Sempre tenendole la testa sulla spalla le premetti la mano delicatamente sul collo in modo da sdraiarsi un po' di più sul divano. Ora raggiunsi l'altro capezzolo che non avevo ancora toccato mentre mi avvicinai all'altro con la bocca e la lingua. Ora il suo inspiro non era più profondo, ma corto e frenetico. Potevo guardarla ora. Mi misi in ginocchio davanti a lei e continuai a leccarle i capezzoli mentre la fissavo. Gemeva ora. Aveva la gonna e le sue gambe erano già aperte. Quindi abbandonai i capezzoli solo con le mani e mi dedicai a metterle le mani sotto la gonna. Con una le spostai sul lato le mutandine con l'altra andavo su e giù in mezzo alle labbra. Mi soffermai sul clitoride. Lo sfregai più velocemente mentre continuavo a leccarle i capezzoli. Il suo viso così composto e chiaro ora era rosso sulle guance. Poi lo sentii. Come un piccolo guizzo tra le dita. Il suo respiro si calmò, smise di gemere. Prima che entrasse nell'imbarazzo. Le diedi un bacio sulle guance calde e le dissi: A presto, se vorrai.