1. Per mano nel mondo dei grandi


    Data: 21/08/2021, Categorie: Etero Autore: nikypoxpox, Fonte: RaccontiMilu

    ... ritardo, quando arrivò sera dovetti ritornare al mio cantone con lanimo inquieto. Fu mia madre a darmi una flebo di vita quando il giorno successivo, tornando a casa, mi disse che Antonietta mi voleva vedere quel pomeriggio stesso per controllare le misure per il vestito. Se il cielo avesse avuto un tetto ci sarei andato a sbattere per i salti gioia.Ricordavo allincirca lora che il marito usciva e così ritardai quel tanto che ritenni opportuno per presentarmi alla porta di lei. Limbarazzo era reciproco e questo lo capii appena la vidi in cima alle scale, labituale sorriso era una versione artefatta dalla sua timidezza. Prima che la raggiungessi si ritirò dentro la porta di casa come a nascondersi da occhi indiscreti, entrai impacciato. Fu lei a prendermi per mano e portarmi nella sua stanza da lavoro dove gia potevo distinguere il suo profumo mischiato a quello delle stoffe e del caff&egrave.Ricordo di aver paragonato da sempre il suo il viso allIrene di Bouguereau, un dipinto visto e rivisto in quei giorni sullenciclopedia di casa: i capelli neri e ricci avevano risalto sulla pelle chiara e il corpo aveva quella morbidezza accogliente di una femminilità daltri tempi.Appena entrati lei chiuse la porta della stanza, seguendo un impulso di intimità, per poi tornare di fronte a me. Sul viso aveva una dolcezza infinita e forse una certezza: accompagnarmi per mano nel mondo dei grandi. La stessa vestaglia dellultima volta e lo stesso bottone slacciato che dava su quel bel seno ...
    ... maturo, lontano da ogni mia più rosea aspettativa. Guardandomi fisso negli occhi, senza dire una parola, mi prese le mani e lentamente le sollevò facendole scorrere da sopra la vestaglia lungo i suoi fianchi fino ad appoggiarle sul petto che mi fece stringere piano. Non potevo credere di essere lì, a toccare quel frutto proibito, affondare le dita su quei grossi cuscini morbidi (magari non troppo forte perché poteva essere un sogno e tutto poteva svanire).In silenzio cominciò a guidare le mie carezze, ancora acerbe, su tutta la rotondità del seno. Mi aiutò a prenderlo nelle mie mani, quasi a soppesarlo, a sollevarlo come fossero due coppe da innalzare ai mie occhi. Unofferta di un bene prezioso non solo carnale. Accompagnò le mie dita sui capezzoli che da sopra la vestaglia sentivo turgidi, sospirando ad ogni carezza più intensa.Con gli occhi socchiusi cominciò a muovere il ventre contro al mio, a strusciarsi lentamente sopra luccello gonfio, muovendosi come se mimasse un amplesso, sempre più eccitato. Si fermò un attimo, forse era unultima esitazione per non bruciare un evento bello da ricordare, un momento che aveva immaginato per se e come io avrei dovuto viverlo. Mi aiutò a togliere la maglietta accarezzandomi il petto, le spalle e il viso, poi dietro la nuca intrufolandosi tra i capelli. Il suo sguardo aveva una dolcezza rassicurante, si avvicinò lentamente per appoggiare un piccolo bacio sulla punta del naso, sui bordi della bocca ed infine sulle labbra, tanti piccoli baci ...
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