1. La Pantera, la Topa e la Trans


    Data: 22/08/2021, Categorie: Trans Autore: Patrizia V., Fonte: EroticiRacconti

    Avverto la presenza di Pat accanto a me nel letto: è nuda, e il calore del suo corpo così vicino al mio mi mantiene in uno stato di eccitazione ormonale che mi impedisce di addormentarmi. La nave è ferma e non c’è nemmeno il classico vibrare dei motori per conciliarmi il sonno. Vorrei fare ancora l’amore con lei, ma immagino che se ne avesse voglia mi prenderebbe senza chiedere il permesso, quindi mi sforzo di lasciarla riposare. Dopo un po’ mi rendo conto che invece lei è perfettamente sveglia: si rivolta nel letto e scivola fuori come se cercasse di non svegliarmi. La vedo muoversi nuda nella penombra e poi sgusciare fuori dalla cabina. Rimango un momento perplessa: abbiamo il bagno privato… Poi penso che magari vuole respirare un po’ di aria fresca, ma mi sembra strano che vada fuori nuda. Starà andando a cercare la sua Eva? Provo un fremito di gelosia. Poi penso che Eva è con mio marito, e forse questo mi dà il diritto di partecipare anch’io; mi decido e lascio il letto anch’io. Scivolo fuori nel corridoio, ma vedo che la porta della cabina di Eva e Franco è chiusa mentre quella che accede al ponte esterno si sta chiudendo alle spalle della biondina… Di nuovo gelosia: Pat e Eva si stanno appartando da sole, escludendo sia Franco che me. Le seguo fuori e le vedo lungo il ponte passeggiata, nascoste nella penombra. No, non stanno pomiciando: le due lesbiche stanno confabulando fra loro… Poi all’improvviso una delle due scavalca la balaustra e si tuffa in mare. Cavolo, ...
    ... saranno almeno quattro metri, e siamo in mare aperto! Il tonfo è molto meno rumoroso di quanto mi sarei immaginata: evidentemente quella che si è tuffata sa quello che fa… L’altra rimane immobile nel buio, un po’ come me. Passano almeno una decina di minuti senza che succeda niente, poi vedo che la bionda rimasta a bordo traffica con una sacca che aveva con sé e getta qualcosa fuoribordo. Altri lunghi minuti di attesa, poi sento come uno scalpiticcio e vedo spuntare una testa da dietro la murata: la lesbica che si era tuffata si è riarrampicata a bordo in qualche modo… Immagino che l’altra le avesse gettato una fune. Anche quella che si era tuffata ha una sacca con sé; ma sono sicura che quando si era tuffata non l’avesse… Possibile che l’abbia recuperata in mare? Certo che quelle due sono davvero delle tipe strane. Improvvisamente sento dei passi sul ponte. Mi giro e vedo uno dei marinai che si avvicina con passo tranquillo e con una torcia in mano. Mi acquatto nel buio nascondendomi meglio dietro la zattera di salvataggio che mi ha coperta fino adesso, ma le lesbiche non possono nascondersi. Mi immagino che il marinaio le scopra da un momento all’altro, quando sento una voce allegra parlare in inglese. La voce di Eva. Il marinaio la illumina con la torcia e rimane giustamente sorpreso di trovarsi davanti una bella fichetta bionda completamente nuda e sorridente. I due si scambiano poche parole che non capisco, poi il tipo spegne la luce e si fa avanti… Come dargli torto? Li vedo ...
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