1. Sviluppi imprevisti - barcellona (3)


    Data: 28/08/2021, Categorie: Gay / Bisex Autore: crigio, Fonte: Annunci69

    Carlo alza lo sguardo e mi vede pronto a riceverlo. Si tira su e rimane in piedi a fissarmi, così a cosce larghe.
    
    “Che c’è? Non ti piaccio?”, ammicco. Lui non risponde: sta con le mani lungo i fianchi e il cazzo duro a guardarmi mentre mi sfioro in attesa che lui mi prenda.
    
    “Dai, fammi tuo! Non vedi che ti voglio?”, insisto, ma Carlo non fa una piega. Solo i suoi occhi si spalancano e si iniettano di sangue: è talmente eccitato che il suo sguardo si infuoca. La sua mazza sballonzola per i colpi che la pressione sanguigna gli provoca. Un rivolo di bava gli cola dal lato della bocca: se lo asciuga col dorso della mano.
    
    La visione di questo stallone infoiato e possente mi fa crescere un certo calore dentro: dal bassoventre mi parte una spinta che percorre tutto il retto e arriva allo sfintere. Sento la mia rosellina aprirsi e una corrente d’aria la attraversa. L’energumeno se ne accorge e fa un passo nella mia direzione, lento. Io mi sollevo sui gomiti, poi mi appoggio su uno soltanto e allungo l’altro braccio per raggiungere il suo cazzo e tirarlo verso il mio buco. Mi sforzo ma non ci arrivo.
    
    “Dai, non farmi soffrire così? Sto impazzendo di desiderio!”, lo imploro, e allora lui fa un altro passo. Adesso riesco a toccargli la cappella. La stringo tra le dita e lo attiro verso di me.
    
    Lui si avvicina ancora.
    
    “Così, bravo! Vedrai: ti farò godere tantissimo!”, aggiungo. Il suo glande viene a contatto col mio anellino. Carlo spinge e comincio ad allargarmi. ...
    ... Mollo l’asta e lascio che continui da solo. Mi apro ancora. E ancora.
    
    “Oddio! Ma quanto è grossa?! Uff!”, sospiro. Quando il glande passa completamente, il mio buco gli si stringe attorno. Poi la verga mi scivola piano dentro. Dopo qualche centimetro, però, lo stallone non riesce più ad andare avanti.
    
    “Troietta!”, dico rivolgendomi a Pino ancora stremato e sdraiato accanto a me. “Vieni a dargli una mano!”.
    
    Il biondino si tira su a fatica, si inginocchia sul letto e affonda la faccia tra le mie chiappe. Estrae la lingua e inizia a titillarmi la rosellina dilatata.
    
    “Oh, sì, così!”, gemo, e sento un’altra spinta partirmi dallo stomaco. Il mio sfintere si estende ancora e Carlo riesce ad aggiungerci altri centimetri. Sollevato sui gomiti posso vederlo penetrarmi finché il suo ventre non tocca le mie natiche. Si ferma un po’ e poi torna indietro, con la stessa lentezza. Tira fuori tutto il membro e rimane ad osservare il mio traforo spennellato dalla lingua del mio amico. Ha il respiro affannato ed è sempre più rosso in viso. Si riavvicina e mi torna dentro: stavolta la penetrazione è facilitata dal precedente passaggio e dalla mia maggiore eccitazione, tenuta viva dalla bocca di Pino che, prendendomi in parola, non smette di darsi da fare, passando le sue labbra anche sulle mie palle e lungo la mia asta.
    
    Carlo riprecipita in me lentamente: la sua grossa cappella fa attrito sulle pareti delle mie viscere, stimolandole in ogni anfratto. La sua minchia sparisce nei miei ...
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