1. La più classica festa di Halloween 5


    Data: 29/08/2021, Categorie: Etero Autore: Perseus, Fonte: EroticiRacconti

    ... gambe le cedettero sotto l’esplosione dell’orgasmo. Se non cadde a terra fu solo perché lui la sorresse. Un orgasmo. Aveva avuto un orgasmo solo con un bacio. Si sentiva senza fiato, sconvolta. Cosa le stava succedendo? Come era possibile tutto questo? “Stai bene?” Rossa in volto, non ebbe il coraggio di alzare lo sguardo. Le gambe le tremavano. Le veniva da piangere. “Sì… credo di sì…” “Sei pronta?” Annuì con un cenno del capo. L’uomo la prese ancora per mano, accennando un sorriso soddisfatto. Sapere di averlo fatto felice fu, per lei, di estrema soddisfazione. “D’accordo… allora andiamo.” Attraversarono la piccola parte di legno e scesero delle strette e insicure scale di pietra che scendevano nell’oscurità più completa. La voce di lui la raggiunse e la avvolse, dandole sicurezza. “Non devi aver paura. Devi fidarti di me.” Annuì in silenzio, come se lui potesse vederla in tutta quell’oscurità. Le scale finirono dopo un tempo interminabile. Si lasciò guidare in uno stretto corridoio, fino ad un’altra porta, che cedette, con un sinistro cigolio, sotto la spinta di quell’uomo. Candele. Infinite piccole candele illuminavano la stanza scavata nella pietra. L’aria che si respirava era pesante, aveva un ché di antico. Lungo le pareti incisioni che parevano avere migliaia di anni. Tre sarcofaghi di una grandezza sproporzionata erano disposti lungo le tre pareti. Era freddo, molto freddo. “Dove... dove siamo?” L’uomo sorrise. Questa volta non c’era alcun dubbio. Quello era un ...
    ... sorriso. “Siamo a casa, mia cara. E tu con me.” Si avvicinò a lei e la strinse nell’abbraccio più caldo che avesse mai sperimentato. Ogni dubbio, ogni timore, fu scacciato da quelle mani ferme e sicure, eppure così gentili, che iniziarono ad esplorare il suo corpo. Le fu semplice abbandonarsi a quelle carezze, a quei baci... “Michele… mio caro Michele…” Una voce spezzò il silenzio e, certa che fossero soli, trasalì per lo spavento. Anche il suo uomo, a sua volta, balzò indietro. Per un attimo vide il suo volto mutare, trasformarsi, in un’espressione che non riuscì a capire. Forse nemmeno a cogliere appieno. “Gabriele. Tu… qui…” Chiunque fosse quest’altro uomo doveva essere sceso subito dietro di loro. Si stupì di non essersene accorta, ma era talmente presa da “Erik Draven” che, in fin dei conti, non si sarebbe accorta di null’altro. Indossava un completo impeccabile, di un colore scuro e indefinibile, come le ombre stesse. Non un colore, non una sfumatura differente. Pareva essere egli stesso un’ombra. E sorrideva, sardonico. Fece un passo avanti e lei, spaventata, ne fece due indietro. “Michele, quante volte te l’ho detto?” Dunque era questo il nome dell’uomo che l’aveva sedotta con tanta maestria! Lo guardò mentre fissava l’intruso con rabbia. Cosa stava succedendo? C’era qualcosa nell’atteggiamento di quei due uomini… era come se… sì.. Michele aveva paura dell’uomo che gli stava di fronte. In un attimo parve riscuotersi e ritrovare il contegno che lo contraddistingueva. Ma ...