1. Sonia, la mia sorellastra


    Data: 10/01/2018, Categorie: Anale Tabù Sesso di Gruppo Autore: antonio_rosita, Fonte: xHamster

    ... bocca aperta, le braccia a circondarsi il ventre…“Vedi cosa intendevo, puttana. Tu non decidi nulla, assolutamente nulla. Ora scendi.” Ordinò lui, smontando dall’auto.Serena impiegò qualche secondo a ritrovare le forze, poi fece quanto ordinato. Si appoggiò alla macchina, mani incrociate sul petto… tutti la conoscevano, e lei si stava presentando in quel modo e con un uomo accanto, davanti a vicini che si erano sempre dimostrati fin troppo ficcanaso… non doveva farsi notare… ripartì veloce verso la porta di casa, attraversando il piccolo giardino.Marco la seguiva con assoluta calma e quando raggiunse la donna davanti alla porta, lei si accorse che aveva con sé il pc. Brutto segno. Poi, con un gesto da padrone, Marco prese la chiave e aprì la porta, con Serena alle spalle., che la richiuse immediatamente.Lui si voltò subito verso di lei, serissimo, mentre lei sentiva quanto quel bastardo influisse su di lei in un modo subdolo… si sentiva infatti a disagio anche dentro la sua stessa casa… senza ordini, nemmeno lì riusciva a muoversi con disinvoltura. Era nelle sue mani, ovunque.“Nuda, puttana. I vestiti proprio non ti servono ora.” Disse lui.Non che si aspettasse niente di meno, ma per Serena era sempre fonte di estremo imbarazzo e di tremore spogliarsi davanti a lui, che pure l’aveva già usata a più riprese. Non osava però nemmeno esitare, non lì, se in pubblico lui non si era fatto problemi, in privato come avrebbe potuto punirla…Iniziò quindi a togliersi gli abiti, sotto ...
    ... lo sguardo attento e impenetrabile di Marco. Lui non poteva che ammirare quel corpo… l’aveva posseduto, l’aveva sporcato, l’aveva umiliato… ma non gli bastava mai… Di donne ne aveva avute ben più di parecchie, ma già con l’arrivo di Paola aveva cambiato marcia… Il concretizzarsi del potere su Serena, aveva dato la definitiva stura alla sua personalità. Scoparla, umiliarla, degradarla… beh, sotto ogni aspetto, tutto gli dava estrema soddisfazione. Decisamente, l’avrebbe portata oltre la schiavitù e di sicuro, non l’avrebbe mai fatta uscire dalla sua gabbia.Serena finì di togliersi gonna e camicetta. Marco represse un sorriso nel vederla riporre gli abiti ordinatamente sul mobiletto d’entrata, per poi coprirsi con mani e braccia alla bell’e meglio… Una puttana che non smetterà mai di vergognarsi davanti a me… pensava ancora Marco…A Serena non sfuggì quello sguardo di scherno, che presagiva una perdita di pazienza da parte di lui… lasciò ricadere le braccia lungo i fianchi, esponendosi davanti a lui, con gli occhi che si facevano lucidi… Pensava di leggere un che di approvazione in Marco… nulla. Rimaneva impassibile, semmai, duro.“Ora mi fai fare un bel giro di questa casetta… però a quattro zampe, puttana. Quando ci sono io, tu sei la cagna qui. O vuoi forse dirmi che sei una persona?” chiese infine lui, avvicinandosi di un passo.Serena si morse il labbro. Era nuda davanti a lui, e non gli bastava. Più giù. Era quello il senso costante di tutto… più giù, sempre più giù…“No…” ...
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