1. 3 - la persona


    Data: 10/01/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: cfnm-strapon

    (continua da "2 – Dalla sega al pompino")
    
    Alla radio ho sentito che "persona" era la maschera che gli attori dell’antica Grecia indossavano per interpretare le opere che rappresentavano. Io a quindici anni con pochi o quasi nessun amico dovevo indossare una maschera ed interpretare diverse persone a seconda della commedia o della tragedia che interpretavo, a scuola quello meno fesso, a casa lo studente tranquillo, allo sport quello che si impegna ma non gli vanno le gare, in giro cercavo di conquistare qualche ragazza ma a villa borghese o a villa adriana le ragazze ci andavano già accompagnate da altri ragazzi o in gruppo, inavvicinabili in un caso e nel altro per uno sfigato come mi sentivo. Nel mio peregrinare finii per masturbarmi in molti posti: prima nei vari cessi di bar e metropolitane, poi nei parchi, in inverno alle ultime stazioni delle metro, vagando da una parte al altra arrivai un sabato mattina di uno dei tanti scioperi verso le undici ad un cinema porno ed entrai senza badare troppo al bigliettaio e lui non badò a me. Quello che mi strappo il biglietto lui mi guardò e sorrise, superate le due pesanti tende entrai al buio mentre sullo schermo c’era un amplesso che non ricordo. Mi misi a destra contro la parete per ambientarmi e capire dove andare, accanto a me c’era qualcuno, la luce che giungeva sullo schermo mi permise di vedere che la sala era quasi vuota e tre quattro uomini erano lungo le pareti quasi tutti a masturbarsi. Quello alla mia destra non ...
    ... perse tempo e mi poggiò una mano sulla patta mentre mi prese la mia mano destra e se la portò sul suo cazzo. Io mi girai in mano non avevo un cazzo come quello di Marco lungo e secco questo era grosso, col senno di poi direi uno normale ma era il più grosso che mi sembrava di aver mai preso in mano, era scappellato pulsava e l’uomo senza parlare mi mosse la mano ed io iniziai a menarglielo. Lui allargò un poco le gambe e si dedicò a me con entrambe le mani, mi sgancio la cintura e calò pantaloni e mutande ai polpacci prendendomi il cazzo che si irrigidiva e palpandomi il culo. Io ero come rapito dalla rapidità delle sue mosse e senza quasi rendermene conto mi sentii spingere con forza in basso per fare un pompino a quel cazzo. Da quando avevo fatto un pompino a Marco mi ero fatto decine di seghe pensando a quando ne avrei fatto un altro, ogni giornale diventava spunto di riflessione per capire come la troia di turno li faceva, iniziai anche a comprare alle edicole di Termini i giornali gay, dove nessuno ti chiede i documenti e tu sei uno della massa, me li divoravo nascondendoli a tutti non potendo far immaginare quel che sognavo. Ora ero li con una cappella in bocca, un cazzo che sapeva di piscio che entrava ed usciva dalla mia bocca. Quando mi ripresi, tirai fuori con forza il cazzo e lo leccai sulla punta poi provai a ficcarmelo tutto ma neanche era entrato metà che mi venivano i conati di vomito facendomi tossire.Nel buio gli altri sensi si acuivano: gli odori erano intensi, ...
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