Chiara, la collega di università
Data: 10/01/2018,
Categorie:
Etero
Autore: Mincognito
Innanzitutto mi presento: mi chiamo M, ho 20 anni ed è la prima volta che scrivo un racconto qui. Ciò che racconterò è del tutto reale. Ho iniziato l'università quest'anno e subito mi sono reso conto della differenza con il mondo della scuola. Orari, metodo di studio, rapporto coi prof, è tutto diverso. Cosa non meno importante cambia il rapporto che si ha con i colleghi rispetto ai compagni di classe. Non sono mai stato un tipo socievole e neanche questa volta mi sono smentito. Era il primo giorno di lezioni, non conoscevo nessuno. Si avvicina questa ragazza, Chiara, e mi saluta affettuosamente, quasi come se ci conoscessimo. Lo fa con molti/e in realtà, ma comunque a me questa cosa incuriosisce e non poco. Era una ragazza carina, non eccezzionale ma nemmeno brutta; viso rotondo, capelli fino alle spalle castani, fisico curvilineo, come piace a me. Vanno avanti i giorni, i mesi e arriva il periodo d'esami. Fino ad allora non avevo legato moltissimo con nessuno, solo qualche saluto e scambio di parola con alcuni, tra cui lei. Avevamo entrambi un esame a breve e io, quasi disperato, avevo chiesto aiuto sul gruppo whatsapp del corso per quanto riguarda un particolare argomento. Nessuno rispose, tranne Chiara. Mi contattò in privato e provò a spiegarmi qualcosa. Non era un genio, ma si impegnava; un pò come me, infatti a lezione era capitato che io aiutassi lei per qualcosa. Iniziammo a parlare e alla fine decidemmo di vederci l'indomani in aula studio. La mattina seguente mi ...
... arriva un messaggio con scritto: "Le mie coinquiline non ci sono e torneranno stasera, che dici di venire a casa mia?" Perchè no, pensai. Abitava vicino l'università e mai avrei potuto immaginare cosa sarebbe successo dopo. Cinque minuti e arrivai. Suonai il citofono e presi l'ascensore; suonai il campanello e dopo un pò lei mi aprì la porta. Era ancora in pigiama visibilmente assonnata. Dopo i soliti saluti mi offrì un caffe e iniziammo a chiaccherare. "Meglio che sia venuto qui"-disse Chiara-"c'è più tranquillità rispetto all'aula studio" "Già"-risposi-"avete una bella casa" La mattina procedette spedita; studiammo tutto il tempo sul tavolo della cucina finchè non arrivò l'ora di pranzo. Mi invitò a restare e io ovviamente accettai. "Aspettami qui, vado a vestirmi" mi disse. Dopo un pò tornò dalla sua camera: jeans e magliettina a mezze maniche, semplice ma comunque "elegante", si intravedevano le sue forme, in particolare il seno (una 4^ credo). Cucinò la pasta e, finito di pranzare, ci mettemmo sul divano a guardare un film. Notai che si avvicinava sempre più a me, e io facevo lo stesso. A un certo punto poggiò la sua testa sulla mia spalla e restò così per un bel pò. "Certo che sei proprio un bel ragazzo" disse. Io, molto imbarazzato, ringraziai e dissi lo stesso di lei. "Ma che dici, guarda qui che pancetta ahahah" rispose, alzandosi leggermente la maglia e portando la mia mano sul suo ventre. Io diventai tutto rosso, o almeno così mi disse. "Sei in imbarazzo?" "No no", ...