1. Uno sguardo nella notte


    Data: 13/01/2018, Categorie: Etero Autore: samas2

    Non conosco il suo nome. La chiamerò Lulu. Lulù, non amava particolarmente il mare, ma quell’inizio di un caldo Ottobre, la vedeva nella graziosa, turistica, città litoranea, in quell’estate anacronistica che si rifiutava di morire . Le strade animate e chiassose, i locali che inghiottivano e rigurgitavano gente. Le luci, il frastuono. Camminava, sola nella folla, che fendeva indifferente, rapita dai suoi pensieri, dai suoi sentimenti e risentimenti. Certezze che si tramutavano in dubbi e dubbi in certezze. Un amore passionale, talvolta ruvido, che le dominava cuore e mente. Ma era quello che veramente bastava al suo indomabile desiderio? E’ strano, forse sciocco, cercare nello sfavillio imponente delle luci della città, la luna fra gli edifici, negli spicchi di cielo oscuro, per sentire dentro di sé la notte, per ritrovarsi. Lulù, cercava il pallido astro, come si cerca una verità spesso oscurata dalle opprimenti apparenze: voleva capire, infine. All’improvviso senti la corazza dei suoi pensieri perforata da uno sguardo, si sentì ferire dolcemente. Cercò un volto nella notte. Invano. Non poté scorgere nessun viso, nessuna fisionomia: il flusso incessante dei corpi si era richiuso alle sue spalle, come i flutti si richiudono su una pietra che, lanciata in acqua, affonda. Ma il fuoco del misterioso sguardo continuò a bruciarle dentro. Tornata a casa la ferita non le diede tregua, nessuna posizione dava sollievo a questo tormento dell’anima. Considerò la sua esistenza e la ...
    ... sua vita sentimentale. Un rapporto, travolgente, feroce che disintegrava la sua dignità. Il piacere di essere sbattuta sul letto, posseduta, sovrastata da un corpo possente e meraviglioso, e da una volontà spietata, di sentirsi, farsi chiamare troia e desiderarlo. Una lascivia che ringhiava nel baratro insondabile dell’inquietudine. Grande piacere, ma anche il tormento del dubbio per un amore problematico, talvolta difficile. Pensò, sognò in quel terreno dove l’attività raziocinante e quella onirica si diluiscono, si impastano fino a confondersi. Lo vide entrare nella sua stanza: non poteva scorgerne le sembianze, ma gli occhi si. Furono nelle braccia l’una dell’altro, lui la spogliò della camicia da notte deliziandosi della sua nudità inerme e bellissima, le accarezzava le tette, succhiava dolorosamente i suoi capezzoli, le saggiò la rotondità di quel culo sensuale spingendo la mano nella fessura di pesca. Lulù era colpita che a tratti lui si ritraesse per poterla contemplare, per ammirarla a pieno, grato per quella bellezza sorprendente e immeritata. La chiavò con dolcezza e passione. Lulù era felice, loro erano felici. Si risvegliò bagnata ed eccitata ma trafitta da una lama di malinconia. Il pomeriggio seguente, sulla spiaggia, Lulù, procedeva schiacciando sotto le suole le microscopiche conchiglie accumulate dal flusso e riflusso della marea. Sbuffi di nuvole bianche, sospinti da una brezza ancora dolce, solcavano un cielo azzurro, luminoso. Gli scogli frangiflutti ...
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