Sul divano con papà
Data: 30/08/2017,
Categorie:
Incesti
Autore: beast, Fonte: EroticiRacconti
... reconditi e inconfessabili che stavano venendo alla luce approfittando di un attimo di debolezza. La mia lingua titillava e girava attorno alla punta dei suoi ruvidi polpastrelli, le labbra dischiuse accennavano un risucchio. Mio padre era sempre immobile, non reagiva alle mie provocazioni ormai abbastanza esplicite, ma nemmeno ritraeva la mano, mi lasciava fare, l’unica reazione che potevo percepire era sentire il suo respiro più rapido del normale, e sentirlo respirare così non faceva che aumentare la mia eccitazione. Sempre tenendo la sua mano tra la mia la portai giù, lungo il mio corpo, facendola passare lungo il collo, seguendo la curva morbida del mio piccolo seno, indugiando qualche secondo di più su un capezzolo ormai fremente e indurito con non mai. E a proposito di indurimento, anche se la mia testa non era direttamente appoggiata direttamente a contatto, potevo chiaramente percepire l’erezione che sempre più prepotentemente deformava i suoi pantaloni. Intanto la mano di mio padre veniva trascinata sempre più in basso, aveva passato la zona del mio ombelico e lentamente arrivò a lambire il monte di Venere. Con la mano libera sollevai l’elastico dei miei pantaloncini di felpa e feci in modo che la sua mano potesse accarezzarmi la patata seppur attraverso il tessuto delle mutandine. La mia mano era posata sul dorso della sua, la mia piccola mano non copriva che una piccola parte della sua, il contrasto della pelle rosea e liscia del mio palmo, con la pelle più ...
... coriacea e rugosa del suo dorso, coperto di duri peli neri, i miei delicati polpastrelli la muovevano come fosse un mouse, le sue dita inermi si lasciavano condurre dalle mie ma dopo un po’ cominciarono a muoversi autonomamente disegnando itinerari a spirali concentriche intorno a mio clitoride, era un uomo esperto il mio papà e sapeva come toccare una donna, come farla eccitare, come portarla lentamente al piacere. Ora la mia mano era completamente abbandonata sulla sua, che si muoveva sempre più veloce premendo con indice e medio sulla mia fessura, sempre attraverso la stoffa delle mutandine, ormai fradicia dei miei umori vischiosi. Ansimavo sempre di più, ma non mi bastava, sollevai l’elastico delle mutandine e quasi con violenza spinsi la mano di mio padre sotto il tessuto in modo che le sue dita fossero finalmente a contatto diretto con la mia carne. Le sue dita erano bollenti, i suoi polpastrelli ruvidi e duri mi triturarono le grandi e piccole labbra in giri sempre più veloci e sempre più profondi, mi sentivo sprofondare in un gorgo di piacere, le mie guance erano in fiamme, il battito cardiaco velocissimo, il petto si alzava e abbassava e anche le anche spingevano in modo da premere con la patata contro le dita di papà. In pochi secondi mi portò al punto di non ritorno e arrivai al culmine del piacere. Strinsi le gambe tremanti bloccando tra le cosce la mano di mio padre, mentre gli spasmi dell’orgasmo mi facevano sussultare, girai la testa mordendomi l’altra mano, ...