Sorpresa al party
Data: 26/01/2018,
Categorie:
Etero
Autore: suve
... che spartire col giovincello di allora.La guardo con odio e lei pare accorgersi di me: le leggo indecisione nel volto, come se non mi riconoscesse. In effetti sono cambiato parecchio dopo quel giorno maledetto: ho guadagnato centimetri, l�esercito mi ha forgiato nel corpo e nello spirito, la palestra e la corsa mi mantengono in forma, i brufoli sono spariti e una maggior cura di me stesso ed attenzione al look mi rendono diverso dall�Ivo che lei conosceva�� e molto ben accetto al gentil sesso.Non so cosa mi prenda: decido all�improvviso e mi avvicino a lei. La prendo per un braccio e avvicino le labbra al suo orecchio. Le parole mi vengono spontanee, più dirette e meno esitanti di quel giorno lontano:- Mi piaci, ti va un po� di tranquillità? �Lei ride come una cretina, l�alcool deve aver già fatto effetto, ma non dice di no. Tenendola per un braccio la guido verso il corridoio, conosco bene il locale e so dove andare. Nel tragitto prendo due bicchieri da un vassoio e gliene porgo uno. Un po� d�alcool la farà forse rilassare di più, ma sono anche io ad averne bisogno non sentendomi più tanto sicuro.Lei beve di un fiato, ansima all�effetto del superalcolico, io lo sento appena perché mi sta salendo la rabbia. La rabbia delle parole che disse allora, la rabbia di come invece ora si stia facendo rimorchiare così facilmente. Vorrei gridarle:- Stronza. Sono sempre io, sempre quel ragazzo che hai sbeffeggiato al liceo �La conduco verso un bagno secondario. Mi accerto che non vi sia ...
... nessuno e la spingo dentro chiudendo la porta. La addosso alla parete e le cerco le labbra. Con rabbia, con furia, avidamente. Voglio quel bacio che mi ha negato allora e lo ottengo.Lei cerca di placarmi:- Ehy, stai calmo, non c�è fretta �Le sue parole denunciano la sua disponibilità. Sarebbe il momento per una uscita ad effetto, ho ottenuto quel che volevo: il suo assenso. Non mi importa di non andare oltre, lei ci sta. Con anni di ritardo ma ci sta, è evidente oltre ogni legittimo dubbio.Il mio uccello, teso nei pantaloni, appoggiato al suo ventre, mi fa esitare. La mia mente vorrebbe andarsene, il mio corpo restare.E� lei che passa all�azione: si alza sulla punta dei piedi, mi bacia e mordicchia il mento, scende al collo, al petto mentre le sue mani mi stringono i bicipiti. Le esce un verso di apprezzamento e inizia a slacciarmi la camicia.Vince il mio corpo: le mie mani, come dotate di vita propria, la spingono in basso, a inginocchiarsi. Non oppone molta resistenza, anzi mi slaccia i calzoni e me lo tira fuori.- CAZZO! �Esclama con tono sorpreso. Non mi sorprendo, non è la prima donna a cui faccio questo effetto. Non sono un attore porno ma mi difendo bene, credo di averlo sui 19 centimetri, con un diametro che molte donne non riescono a cingere completamente. Madre natura è stata buona con me.Lei si riprende subito dalla sorpresa e passa la lingua sul mio uccello lentamente prima di prenderlo in bocca. Io sono ancora infuriato: la guardo torvo e ...