1. Il branco dei lupi perversi


    Data: 28/01/2018, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: LucasFromParis, Fonte: Annunci69

    ... ci fosse gelosia, competizione. In cui non ci fossero gerarchie predefinite. Sono presuntuoso se mi ritengo i qualche modo (non per investitura, ma spontaneamente) il Capobranco? Non nel senso di comandante (detesto perfino l’idea) ma come catalizzatore. Altri Lupi e Lupe si aggiunsero, persone meravigliose. Per la maggior parte li avevamo conosciuti e inconsciamente “selezionati” durante la prima fase del nostro rapporto. Altri si aggiunsero e si continuano ad aggiungere di volta in volta. Ci fidiamo totalmente gli uni degli altri. E sappiamo che se qualcuno propone l’ingresso al club ne vale la pena. Non pensate a nulla di snob. Non ci sono requisiti. C’è solo uno stato mentale da avere. O da voler raggiungere. Non ci sono performances, solo la voglia di stare bene assieme. Con tutti i nostri limiti, con tutte le nostre paure. Ci accettiamo e siamo accettati. Non c’è sensazione più bella che essere accettati. Poi, non siamo ipocriti, una certa piacevolezza estetica la vogliamo. Non amiamo le persone trasandate o che mostrano di non aver rispetto per il proprio corpo.
    
    Il primo nucleo del Branco aveva preso forma. E decidemmo di incontrarci. Tutti assieme. San Luigi, Tiziano, Akira, Amélie ed io. C’era una fastidiosa predominanza maschile dovuta anche a una defezione dell’ultimo minuto, ma nel frattempo nuovi ingressi femminili si stanno preparando. Ammettiamolo pure: a noi maschietti (soprattutto me e San Luigi, che per certi versi è il mio alter ego, una sorta di ...
    ... fratello di sangue) dominanti ciascuno a modo suo l’harem piace. Non basta volerlo però. Occorre saperlo gestire
    
    Vennero prima Akira e San Luigi. Conoscevo già lei, una brunetta deliziosa. Piccola, magra, un culetto come piace a me. Seni piccoli e impertinenti. Uno sguardo torbido. Scomparve subito in bagno, mentre noi iniziammo a brindare. Ne emerse poco dopo con un vestito di pelle BDSM spettacolare. Davanti sembrava una gonna al ginocchio, ma dietro era del tutto aperta sul culo. San Luigi me la fece ammirare. Le chiede di salutarmi “come si deve” Alkira non se lo fece ripetere due volte. Si inginocchiò immediatamente ai miei piedi e inizio devotamente a lavorare con la bocca. Conoscevo già quella bocca, e già l’avevo iniziata alla “gola profonda”. Non attendeva altro. Vedevo la sua boccuccia aprirsi al massimo per accogliermi senza farmi sentire i denti. Dava tutta sé stessa in questa sfida impari. Resisteva il più possibile, poi con le lacrime agli occhio lo faceva scivolare fuori. E ogni volta un fiotto di saliva cadeva lungo il cazzo fino alle palle gocciolando poi per terra. Per un poi lasciai libera di agire. Poi presi in mano la situazione, ovvero la sua testa. Fu la mia mano ad obbligarla ad ingoiare l’asta fino in fondo. Prima lentamente, poi con più violenza. Una, due, venti volte…. magnifico! Avvertivo distintamente il fondo della sua gola.
    
    Riprese fiato sorseggiando ancora il vino. E si prese una meritata pausa e gli altrettanto meritati complimenti miei e del ...