1. Il raccolto


    Data: 31/01/2018, Categorie: Dominazione / BDSM Etero Autore: Edmond Dantes

    E’ una bella giornata, quest’ultimo autunno non ha fatto altro che regalarci delle giornate perfette per stare fuori, e passare del tempo a contatto con la natura mi rigenera in un modo incredibile..il verde tutt’intorno, niente odore di smog o fracasso di clacson..troppo di rado mi capita di venire da queste parti, molte volte mi dico che è proprio per questo che lo apprezzo, ma qui tutto è armonia.E’ fine ottobre ed è il momento del raccolto, gli alberi sono carichi di olive.. è un possedimento di circa 40 ettari e sono circa un migliaio di piante, da piccolino mi piaceva coglierle ma è da parecchio che non lo faccio più..mi è sempre piaciuto il modo geometrico in cui vengono piantati gli olivi, porsi di fronte al primo albero della fila, tapparsi un occhio con una mano e fissarlo.. ogni pianta perfettamente in linea, mi trasmette ordine e pace..Ci sono circa una decina di persone che sono venute per raccoglierle, come compenso ovviamente ognuno terrà per sé una parte delle olive raccolte e tra gli habitué, c’è un signore la cui compagnia non mi ha lasciato affatto indifferente.Con sé ha portato la figlia, con cui mi sono ovviamente presentato, è una studentessa in agraria e proprio per questo non si è lasciata scappare l’occasione di quest’esperienza..ha 22 anni, non molto alta su 1,68, castana chiara con un bel paio di occhi marroni, ha una tuta di jeans abbastanza larga, ma comunque la forma che la tuta prende all’altezza del seno non mente, è abbondante.. è leggermente ...
    ... morbida sul culo ma cosa posso dire..la natura come ho detto risveglia e amplifica i sensi..la presentazione da parte sua è decisamente educata, avverto un leggero tremito nella sua voce, sembra che sia arrossita e imbarazzata..gli occhi sono dolci ma vispi al tempo stesso, le mani giunte dietro la schiena che tradiscono ancora una volta la generosità del seno, direi una terza piena e soda..e nel rivolgersi a me non dimentica mai di dare del “lei”, il suo desiderio è probabilmente di essere liberata da questa incombenza, basterebbe le dicessi “possiamo darci del tu Aurora, non preoccuparti, mi farebbe piacere”..ma in fondo, perché dovrei farlo?..questa riverenza mi da gusto..Ci dividiamo a zone, dico ad Aurora che ho fatto un giro e le propongo di venire con me considerando che ho individuato le piante più cariche, non ci vengo spesso ma conosco bene la zona, e so che le piante che sono più a ridosso del bosco e al riparo dalla tramontana sono più cariche delle altre..Aurora guarda il babbo che le annuisce in cenno di assenso e le dice “Se il proprietario ti fa questa gentilezza, non si può che accettare Aurora..e ringraziare”, lui che si chiama Fausto mi allunga la mano e me la stringe.Le faccio quindi cenno di seguirmi, c’è qualche minuto per arrivare al posto, e durante il tragitto nel chiedere come fosse vivere tutto l’anno in un paese comunque abbastanza isolato e lontano dalla città, scopro che Aurora sapeva già chi fossi, quando mi reco da quelle parti,è mia abitudine ...
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