Gabriella (1)
Data: 02/02/2018,
Categorie:
Etero
Autore: amolafi
Erano i primi anni settanta. Tutto cominciò quando Gabriella entro a fare parte della nostra compagnia. Un viso bellissimo con lunghi capelli neri un poco mossi, tutte le sue cose al posto giusto e nella proporzione giusta. Veramente una gran figa. Purtroppo, per me, aveva un difetto..... era alta un metro e ottantacinque a piedi nudi e io, dal basso del mio metro e sessantasette non avevo ritenuto fosse il caso di provarci ed avevo virato sull'amicizia.
Un sabato sera di inizio estate andammo a ballare al Calypso di Caravaggio, c'erano i Formula Tre, e alla fine della serata, al momento di tornare a casa, tra accoppiati che si volevano imboscare, chi aveva trovato da fare e chi voleva andare da altre parti, ci trovammo sulla mia macchina soli io e Gabriella.
Lungo la strada avevamo cominciato a scherzare prendendo in giro una coppia di amici:
"Amore, ho una sete terribile che mi sta bruciando la gola, mi prenderesti qualcosa al bar?"
"Certo cara, cosa ti porto? Spremuta di cipolla o centrifugato d'aglio?"
Ridevamo a crepapelle.
Poi io feci una considerazione:
"Però intanto loro saranno in camporella che si staranno dando da fare mentre noi ci consoliamo prendendoli in giro. Non so chi è meglio."
Per qualche minuto nessuno dei due parlò poi fu lei:
"Lo sai che da quando sono entrata nella vostra compagnia ci hanno provato un po' tutti? Anche quelli già accoppiati."
"Ci credo, ti sei vista che pezzo di figa che sei?"
"Tu sei l'unico che non ...
... ci ha provato."
Comincia a spiegargliene i motivi dicendo che piuttosto di una delusione avevo preferito non provarci,
"D'altronde" dissi "non penso ti avrebbe fatto piacere metterti con uno di una spanna più basso di te."
Mi rispose che sbagliavo se pensavo che essere più basso di una ragazza, anche di una spanna, potesse essere motivo di rifiuto, anche perché, diceva, "sei un ragazzo carino".
Per poi aggiungere quasi con tono di sfida:
"Dovevi solo provarci!"
Accostai e frenai di colpo, mi girai verso di lei e la abbracciai. Mi aspettavo che mi respingesse e invece rispose al mio bacio e mi abbracciò. La baciavo e la stringevo carezzandole la schiena e i fianchi e quando le misi la mano sul seno e mi lasciò fare.
Ripartimmo velocemente tenendoci la mano e, arrivati vicini a casa, mi infilai in una stradina che conoscevo.
Ci baciammo e ci abbracciammo a lungo. Le toccai il seno aprendole la camicia per poi scendere lungo il fianco e la coscia prima di insinuare la mia mano tra le sue cosce fino a spostare le mutandine e infilarvi un dito.
Abbassai lo schienale e le andai sopra baciandola e facendole sentire il mio cazzo duro come un sasso ancora imprigionato nei pantaloni. Spingevo e lei rispondeva alle spinte.
Le abbassai lo slip, mi slacciai i pantaloni e abbassai le mutande, le andai sopra appoggiandoglielo ancora un po' sul ventre. Quando mi insinuai tra le sue gambe per metterglielo dentro... mi si era ammosciato improvvisamente. Finsi di ...