1. Il bello addormentato nel bosco - 1


    Data: 02/02/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad

    ... raggiunse.
    
    Appena dentro, piegò il ginocchio a terra:
    
    “Auguri, mio principe.”, disse, baciandogli la mano.
    
    “Cosa diavolo fai? – chiese l’altro – Alzati, piuttosto.”
    
    Turvaldo si rialzò e gli spalancò le braccia.
    
    “Auguri, amore mio.”, mormorò dandogli il primo bacio della giornata.
    
    Ben presto furono nudi a rotolarsi sul letto come loro solito in baci e carezze sfacciate; ma quando Carlino gli prese il cazzo e accennò a iniziare il rito della masturbazione, ché oltre non erano andati in quegli anni, Turvaldo lo fermò.
    
    “Ho un regalo per te.”, disse con gli occhi che gli luccicavano.
    
    Carlino lo fissò senza capire.
    
    “Facciamo un gioco nuovo, facciamo che io sono la tua giumenta e tu sei il mio stallone.”, disse con un sorriso trepidante, mettendosi a quattro zampe e rivolgendo le natiche verso l’amico.
    
    “Vuoi che…”, balbettò Carlino, incredulo a quella offerta.
    
    “Sì, mio principe, - rispose l’altro piano – è giunto il momento che il mio padrone prenda possesso di ciò che gli appartiene.”
    
    “Io non sono il tuo padrone…”
    
    “Sei il padrone del mio cuore e io ti appartengo… La tua giumenta è pronta…, prendila, mio signore, montala.”
    
    Quel linguaggio sboccato eccitò ulteriormente il giovane principe, che non poco imbarazzato, si fece dietro a Turvaldo e gli infilò il cazzo nello spacco del culo, alla ricerca del buco. Ma dopo un paio di tentativi falliti:
    
    “Aspetta”, fece l’altro e allungatasi la mano in mezzo alle gambe, gli afferrò il durello e ...
    ... se lo guidò verso l’apertura.
    
    “Spingi dentro, adesso.”, disse con voce strozzata.
    
    E il principe spinse, facendo sgusciare il glande sbavato oltre la strettura dello sfintere. Il seguito dell’avanzata fu alquanto faticoso, visto che nella loro inesperienza nessuno dei due aveva pensato ad usare almeno un po’ di sputo. Tuttavia, il desiderio aveva allentato un po’ a Turvaldo la morsa dei muscoli anali, e alla fine il percorso fu coperto e il traguardo raggiunto.
    
    Quando Carlino premette il bacino sul sedere del stalliere, entrambi sospirarono, l’uno per sentirsi la prima volta il condotto occupato e l’altro per l’atroce piacere del pisello come sbucciato. Incapace di credere a quello che gli stava accadendo, Carlino si piegò sul dorso dell’amato, stringendolo a sé forsennatamente e premendogli dentro con tutte le sue forze.
    
    “Monta la tua giumenta, mio signore… - mormorò Turvaldo – falle sentire che stallone sei.”
    
    E Carlino iniziò a montarlo, muovendosi avanti e indietro, prima con esitazione, poi con sempre più baldanza, incoraggiato dai gemiti della “giumenta”, dai suoi fremiti, ma anche dal senso di completezza che tutto questo gli infondeva.
    
    L’orgasmo, quando giunse, fu ben più travolgente delle altre volte, il suo sperma più maturo e copioso. Quando ebbe finito, rimase un pezzo avvinghiato al dorso dell’amato, non solo nell’attesa che il suo cuore rallentasse e il respiro gli tornasse normale, ma anche nel tentativo prolungare il più possibile il piacere ...
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