1. Dopo il veglione


    Data: 05/02/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: honeybear

    ... saldamente ai suoi capezzoli tesi.
    
    “Abbiamo un conto in sospeso da quest’estate noi due, giusto? – annuisco mentre con il culo mi struscio nella stoffa sollevata, inumidita dai suoi primi umori – Bene! È il momento di saldarlo!”
    
    Ciò detto, con risoluta dolcezza mi spinge ad accovacciarmi tra le sue gambe.
    
    “Succhia troia!” e in un attimo concedo alla sua nerchia la libertà necessaria per iniziare a lavorarla di bocca.
    
    La mia lingua sale e scende a bagnare il grosso fusto carnoso e pulsante: dalla grossa prugna lucente fino alla radice dove il mio naso si perde nel folto dei peli pubici aspirandone l’aroma muschiato; al contempo i lucciconi in fondo ai miei occhi sgranati mi fanno intuire le contorsioni del busto provocate dall’effetto del lavoretto che gli sto praticando e dal piacere regalatogli dalle grosse dita affusolate che strapazzano i due fragoloni al posto delle mie.
    
    “Mmmm… Ss… Ssììì… - mi incita – Dai… Succhia… Succhiaaahhh che tra poco arriva la ricompensaaahhh…” ed è così che veloce scivola sotto di me spingendomi ad arrampicarmi sul diano.
    
    Dapprima lappa dolcemente il pacco racchiuso nella rossa stoffa ruvida mordendolo in vari punti. L’effetto del trattamento e di regalarmi una dolorosa erezione.
    
    “Per… Per favore… - gemo - …Liberalooohhh!”
    
    Per tutta risposta ricevo una sculacciata sulla natica subito raggiunta da uno sputo in direzione del mio ano.
    
    Si è spostato dietro di me. Le mani forti dividono i miei due meloni esponendo ...
    ... completamente il mio fiorellino. I peli della sua barba s’insinuano a solleticarlo; poi è la volta della sua lingua che inizia a scoparlo: lo bagna per diverse volte picchiettandolo ora dolcemente ora voracemente.
    
    So che è il preludio a qualcosa di sconvolgente.
    
    Già quest’estate mi aveva impalato esattamente come sta facendo ora: la sua cappella fradicia è puntata. Lentamente sfalda le pieghe dell’arrendevole buco guadagnandosi la strada verso l’interno. Soffoco il grido di dolore nel cuscino del divano.
    
    Non si ferma. E non ha intenzione di farlo. Nemmeno il dolore che sta provocando l’ingombrante presenza dentro di me.
    
    Dolcemente afferra il mio bacino per completare l’affondo.
    
    Sento le guance avvampare. Non ci vedo più: le lacrime mi inondano gli occhi. Le sento solcare il mio viso.
    
    Inizia a muoversi.
    
    Avanti e indietro. Avanti e indietro.
    
    Il dolore lancinante mi stordisce. Di nuovo urlo nel cuscino mentre cerco le sue mani. Afferro i polsi e provo ad allontanarli per sfilarmelo.
    
    Inutile e controproducente. Come un animale si avventa su di me tenendomi per l’elastico. Con tono aspro e insolente mi sussurra: “Ricordi cosa ti dissi quest’estate!? Eh, ricordi!? Che il piacere della scopata era riservato ad un altro momento…– le spinte del bacino si fanno più violente. Inizio a piangere come un bambino mentre, tirandomi per i capelli, mi avvicina a sé. Annuisco ansimando – Bene, quel momento è arrivato, puttana! Non mi lascio sfuggire un bel culo caldo e ...