1. Lui e Maria contro Vanessa. 2. La punizione


    Data: 05/02/2018, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Passionalmente

    ... spodestata, il piacere subdolo, i suoi capezzoli rimanevano di pietra. Strinse per istinto le gambe soffocando Maria per qualche secondo. Poi in contemporanea io liberai il suo capezzolo, Vanessa la testa di Maria che ora ansimava con gli occhi fuori dalle orbite. "vedi cosa ti ha fatto questa troia, ti aiuto io a punirla". Alzai Vanessa, e la trascinai in cucina. Maria ci segui come un androide, il suo sguardo furente sulla sua faccia da ragazza secchiona era un'inno all'erotismo più raffinato e perverso al tempo stesso. Presi una sedia e mi sedetti, imponendo un silenzio carico di tensione. "Vanessa oggi subirà una lezione che non dimenticherà, gliela impartiremo assieme". "Tesoro credi di essere tanto furba invece alla fine sei una bimba viziata e le bimbe così vanno educate, a suon di sculacciate". "Maria - dissi battendo le mani sulle mie ginocchia - mettila qui". Maria esitò un attimo, poi con la rudezza di una kapò nazista la strattonò, Vanessa accennò una reazione istintiva, ma Maria la tirò dai capelli. Ora era sulle mie ginocchia, adoravo il suo culo. Sodo, non troppo grande, le curve toste e sfacciate come il suo carattere. Lo avevo davanti, inerme tremava ancora un po Vanessa, paura credo e, sicuramente rabbia da orgoglio ferito anzitutto dal suo stesso piacere, per inciso la sua figa mi stava bagnando le cosce. E la mia erezione marmorea sulla sua pancia doveva contribuire a ciò. La accarezzai, lentamente sulla schiena, l'avevo umiliata chiedendo a Maria di ...
    ... alzarle la maglia. Capelli, schiena di nuovo, il culo no, lo volevo "impreparato". Maria guardava mentre con una mano tra le gambe si lavorava con lentezza e noncuranza "Vanessa deve dirti una cosa voglio che la guardi negli occhi, fissa, tienila ferma se necessario" le dissi. Lei si chinò davabti a Vanessa le afferrò i capelli alla radice e rimasero a pochi centimetri. Io accarezzai la schiena di Vanessa com una mano, con l'altra le diedi un deciso ceffone sulla chiappa destra. Il suo urlo fu più di sorpresa che dolore. Strinse i denti mettendo in campo il suo orgoglio e si limitò a ringhiare e divincolarsi. Tre cinque nove colpi decisi e ravvicinati e urlò un "ahia" infantile e femminilissimo. "Tesoro stai serena - dissi come parlassi con una bimba che deve subire una iniezione - siamo solo all'inizio, ma tranquilla ci siamo io e Maria con te". Lo dicevo mentre accarezzavo il suo culo arrossato, teso, e caldo le mie mani fredde lo sentirono sussultare appena lo toccai. Era meraviglioso. Forse non sopportava questa sfottente tenerezza e tentò di alzarsi. Maria cercando il consenso nel mio sguardo la trattenne per i capelli. Io continuai, e cominciai ad attingere alla fonte inesauribile del piacere. Ficcai due dita nella sua figa scivolarono dentro di colpo da quanto era bagnato. Il suo dignignare i denti fu interrotto da un singulto e dalla sua figa che si contrasse di colpo, a b evo toccato un punto sensibile. Tirai fuori le dita e utilizzai i suoi succhi come un balsamo sulla ...