1. Adattarsi alla collettività


    Data: 07/02/2018, Categorie: Etero Sensazioni Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    Dovevo essere brillante, capace, efficiente, produttiva e valida ragazza, s�, veramente di quella natura dovevo apparire: castigo, dovere, impronta e tormento di mio padre, di mia madre e di tutti. Certa e convinta d�essere nata con un corredo genetico da madonnina infilzata, visto che mi sono sempre tenuta alla larga dai maschietti. A un certo punto della mia vita iniziai persino a detestarli e a disapprovarli, come fa la volpe con l�uva quando non riesce a raggiungerla definendola e qualificandola acerba. Io ero per� pi� saggia, altrimenti ero autolesionista, perch� le colpe e in ultimo gli sbagli ciononostante gli attribuii interamente a me stessa.Con il tempo che avanzava mi persuasi accettando e convincendomi perfino d�essere lesbica, dal momento che lo avevo scritto inserendolo anche sulla grammatica greca negli appunti vicino alle coniugazioni dei verbi. Le donne mi facevano perdere la ragione, giacch� quando sfogliavo il settimanale femminile �Gioia� e delle modelle guardavo solamente le tette, eppure erano troppo piccole per i miei gusti, poich� io le volevo giganti e sode, erette sotto la gola con i capezzoli di generosa e di riconoscente pienezza. M�infilavo costantemente delle mele di dimensioni equivoche sotto le maglie, mi guardavo allo specchio e mi sentivo super figa, anche quando uno dei due frutti cascava e sembrava in paragone con quello rimasto nell�originaria posizione del �prima� e del �dopo� l�intervento.La mia amichetta al quarto anno delle scuole ...
    ... elementari portava gi� la terza misura di reggiseno, visto che oggi sfoggia una quinta misura polposa e prosperosa, io l�ammiro e l�invidio enormemente. Io sembravo piallata, poich� neanche a regola d�arte m�avrebbero potuto creare e modellare cos� bene, fra i due seni avevo un ossicino che spuntava fuori, in quanto era un accavallamento dello sterno. Insomma, di massa aggiuntiva avevo solamente qualcosa di sbagliato, per� pur sempre di distintivo e di particolare. Alle scuole superiori le tette mi erano cresciute, erano diventate sode e tonde di dimensioni medie, per il fatto che mi ritenevo fortunata, s� certo, per� sentivo che non mi sarebbero servite a nulla. Le mie amiche si facevano sverginare sui motorini, nei boschetti della provincia, tra i divani delle discoteche, mentre io rimanevo a casa ripetendo i concetti e gli schemi di latino. I miei genitori erano felici, raggianti e soddisfatti, perfino entusiasti ed estasiati nell�aver messo al mondo un�efficiente e funzionale macchina a comando.A scuola i professori s�inchinavano durante i colloqui con i genitori celebrando e in conclusione lodando le mie capacit�. Poi c�era il disegno, certo s�, una dote naturale che m�ha flagellato e vessato l�esistenza, perch� persino i parenti mi commissionavano degli schizzi, per il fatto che una vecchia prozia un giorno mi disse:�Questo ritratto lo conserver� io, sia mai che tu diventi nel frattempo famosa e io ricca�.Se fossi stata in lei non l�avrei in nessun caso messo sottochiave, ...
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