1. Un po' amica, un po' sorella, un po' madre e un po' amante.


    Data: 09/02/2018, Categorie: Lesbo Autore: Marta Carloni, Fonte: EroticiRacconti

    Nuovo esperimento e nuovi dubbi, un campo inesplorato per quanto mi riguarda, e un racconto completamente di fantasia ma vissuto fino in fondo. Spero vi piaccia leggerlo tanto quanto è piaciuto a me scriverlo... Critiche e consigli, come sempre, sono ben accetti, buona lettura :) Le tue dita mi accarezzano gentili una spalla, leggere e delicate, una carezza che sa di comprensione e di amore, una carezza dolce, che mi porta a poggiare una mano sopra alla tua, per trattenerti, non voglio sentirti scivolare via. Cogli il mio gesto e il tuo corpo si avvicina di più al mio, rannicchiato in quell'enorme letto bianco e soffice, in una posizione fetale di protezione, e ci si rannicchia contro, a cucchiaio, mentre continui ad accarezzarmi. La tua pelle contro la mia, separate solo dal tessuto leggero della tua camicia da notte e del mio vestito, il tuo respiro sul mio collo, profumato solletico, la forma dei tuoi seni sodi contro la schiena, il tuo ventre, le tue cosce lisce e nude contro le mie, il tuo odore mescolato a quello salato delle mie lacrime ormai secche sulle guance. Una mano ad accarezzarmi il volto, proprio lì dove le lacrime hanno lasciato i loro solchi, a consolarmi, a dirmi che va tutto bene, che ci sei tu con me, che non mi abbandonerai, roccia nel deserto, faro in una tempesta. Poi la tua mano che dalla spalla scivola giù, lenta ma inesorabile, facendo scivolare la spallina del mio vestito fino al mio seno, dove si appoggia piano, quasi pudica e vergognosa, ma tu ...
    ... non sei mai stata pudica e vergognosa, anzi, delle due ero io quella che cercava di trattenerti, non perché fossi particolarmente diversa da te, ma perché ho sempre saputo quanto tendi ad innamorarti con uno sguardo, quanto sotto quella facciata da ragazza sfrontata e coraggiosa ci sia in realtà la donna a cui ho imparato a voler bene come a una sorella, come a una madre a volte, quella donna dolce e romantica, umile e buona, per lo meno con me. La tua mano sul mio seno e il tuo corpo contro il mio, strana situazione, un dolce cullare inaspettato, tu, la mia amica più cara, colei che c'è sempre stata, la ragazza con cui ho condiviso ogni cosa, tu ora mi tocchi come non mi sarei aspettata di essere toccata da una donna, tantomeno da te, tocchi dolci, tocchi leggeri, tocchi di chi agisce per amore, ma tocchi strani, imprevisti, quasi deviati, ma a chi importa? Stese al buio in quel letto grande e silenzioso, nascoste agli occhi del mondo, a chi può importare? Non mi oppongo, ti lascio fare, il tuo tocco, ovunque esso sia, mi consola, e io ne ho così bisogno; così fragile che un piccolo scossone basterebbe per farmi andare in pezzi in questo istante. Io, che sono sempre stata quella forte, quella inattaccabile, una corazza resistente contro tutte le intemperie del mondo. Una corazza che lui ha accarezzato e mi ha sfilato fino ad arrivare nei recessi più profondi del mio io, per leggermi, guardarmi dentro e farmi sua, fino a che non se ne è andato, annoiato forse, o spaventato ...
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