1. Vita distrutta


    Data: 10/02/2018, Categorie: pulp, Autore: M.m., Fonte: EroticiRacconti

    La stanza dell'albergo era pulita ed asettica. Avevo fatto uno strano sogno,avevo 17 anni, ero felice, triste, disperato,rabbioso ma felice, avevo un amico, un vero amico, che mi amava, mi abbracciava, mi valorizzava, la famiglia in cui vivevo mi soffocava, mi distruggeva giorno dopo giorno, violentava la mia debole psiche,erano i miei genitori, coloro che mi avevano messo al mondo, era loro dovere essere sorridenti con me, farmi sentire a casa, al sicuro,consolarmi, incoraggiarmi, sostenermi ma non erano in grado, mi colpevolizzavano, mi minacciavano, mi obbligavano alla perfezione, però avevo questo amico più grande di me, era così buono, così gentile, così affettuoso, così caldo che non mi vergognavo di essere me stesso, di esternare tutte le mie emozioni, con lui spegnevo la mente e la estraniavo dal male per concentrarmi solo sul bene. Il sogno era su una gita che avevamo fatto in montagna, cielo azzurro, sole perfetto, tutto era andato bene, senza ansie e tormenti, c'era stata la magia più vera ed autentica, ma poco dopo era morto in un incidente stradale. Cercavo di colmare l'assenza, di dimenticarmene, di iniziare da capo, di trovare qualcuno di adatto a me, ma non ne avevo la forza, avevo come una voragine dentro che risucchiava tutte le mie energie vitali e mi faceva marcire ed imputridire tutto. Accanto al mio letto dormiva Davide, il mio nuovo amico, non c'era profondità di rapporto, non c'era amicizia purissima e tagliente, eravamo solo due fottuti sfigati che ...
    ... condividevano il loro schifo, il loro degrado e la disperazione delle loro esistenze. Davide si svegliò, era un bell'uomo, anch'io lo ero, la sera prima in quella stessa stanza una donna ci aveva torturato e pestato a sangue, imbavagliato, aveva serrato le nostre bocche con nastro adesivo industriale, aveva versato sui nostri corpi deboli ed impotenti della cera rovente, aveva sfondato i nostri culi con dei vibratori, era una donna splendida e volgare e venire abusati da quella perfezione fatta carne ci ricolmò di piacere. Era il piacere quello che cercavamo, quando il piacere entrava nei nostri cervelli tutto il dolore subito, tutte le lacrime, tutto l'esaurimento e tutta la rabbia esacerbata se ne andavano, si dissolvevano nel nulla, non erano mai esistiti, al loro posto trionfava il godimento più sfrenato e violento, che eccitava i nostri corpi e rilassava le nostre menti. Il piacere era la nostra personale dose di eroina. Non avevamo limiti, eravamo estremisti del sesso estremo, cercavamo sempre nuovi stimoli, nuove sensazioni fisiche, nuove esperienze per soddisfare questa sete della droga del piacere. La notte seguente andammo in un locale specializzato nel sadomaso. C'era una tipa bionda e formosa ad accoglierci, sarebbe stata la nostra padrona, fu particolarmente crudele, ci costrinse a scopare tra noi due, sia come attivi che come passivi, praticò su entrambi il fisting con la mano, ci distrusse eppure sapevo dove andare a tastare, sapeva come scatenare il dolore ed il ...
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