La negretta
Data: 11/02/2018,
Categorie:
Etero
Autore: ceasar12
Ai primi di agosto vado dal barbiere poco lontano da dove vivo e lavoro. Ha una nuova lavorante, una negretta filiforme, direi quasi magra, capelli ricci e lunghi sulle spalle, un fisico magro ma di tutto rispetto. Pantaloncini da stupro e una magliettina che le arriva appena sopra al bottoncino della pancia. Due belle tette, un culo che sarebbe solo da profanare. E’ lei che lava i capelli e io mi accomodo mettendomi tra le sue mani. Me li lava bene, con buona manualità. Passo al taglio e intanto scambio qualche parola con il titolare che sta armeggiando con i miei capelli brizzolati. Osservo in un gioco di specchi la negretta, è veramente attraente, giovane direi, ma valida veramente. Finisco il taglio e passo nuovamente al lavaggio, stavolta la negretta mi sorride. Ricambio senza farmi illusioni. Finisco e ci spostiamo fuori con il titolare e la moglie per fumarci una sigaretta. La negretta ci segue e continua a osservarmi. La moglie del titolare, scherzando mi dice: “ la vuoi, ti piace?”. Deglutisco e dico di si, mi piace. Guarda la negretta e gli chiede” ti piace lui?” Lei, senza imbarazzo “ a me piacciono sempre, poi gli italiani…………”. Una risata, saluto me ne vado ma con un che di non compiuto in testa. La sera, sapendo che il mio amico barbiere chiude verso le 10.00 vado da lui con qualche minuto di anticipo e (con la speranza ci sia la tipetta) su quell’orario. Li trovo a fine lavoro, e ci mettiamo a chiacchierare fuori dal negozio, negretta compresa. Qualche ...
... battuta, ne esce che la negretta è a piedi e deve rientrare a casa in un paese qui vicino. Il barbiere non ha molta voglia di accompagnarla, la moglie ne esce con uno spontaneo:” perché non la accompagni tu a casa?”. La guardo, lei fa un sorriso bellissimo, nel quale i denti bianchi vanno completamente a contrasto con il nero della pelle e con gli occhi allegri. Io accetto, mi si è presentata l’occasione che non mi aspettavo, mi tira quella tipa. Percorriamo i 5/600 metri che ci separano dalla mia macchina, parliamo, le cingo le spalle con un braccio, tirandola leggermente verso di me, non fa una piega, mi guarda negli occhi e basta. Parliamo due lingue, qui riporto quel poco solo in italiano, anche per non svelare dove mi trovo, per ora. Scopro che si chiama Chantal, che è franco-ghanese e che ha 19, quasi venti anni ( ne compirà 20 a febbraio)e che vive sola, qui per la stagione. Arriviamo al parcheggio, è buio. Mi porto verso la mia macchina, una vecchia cabrio ottenuta in un “baratto”, ma comunque valida per l’isola. Siamo fuori, in piedi a fianco macchina dalla parte della guida. La abbraccio e lei ancora non reagisce male. “hai detto che ti piacciono gli italiani, e di quelli brizzolati che mi dici?” “mi piacciono tutti gli italiani. E a te cosa piace?” “a me piacciono le ragazze con la pelle nera, con la figa nera” e dicendolo le accarezzo una guancia. Mi cinge il collo con le braccia, me lo bacia, soave e coinvolgente, un caldissimo bacio. Le sollevo il viso e le bacio la ...