Maneggiami l'anima
Data: 02/09/2017,
Categorie:
Etero
Sensazioni
Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu
... tempo in cui affermavi che io avrei risposto timidamente a uno stimolo, seriamente non so che cosa ribadire in quest’istante, non per il fatto che non sia in grado, ma perché è solamente che sto prestando attenzione al battito del tuo cuore contro il mio, la meraviglia della passione contro il mio petto, le tue braccia che mi cingono, tenuto conto che sto conservando, registrando e sperimentando tutte queste nobili e straordinarie sensazioni trainandomele dentro di me per tutta la mia esistenza. Dopo mi lasci per un attimo, in quanto asciughi le mie lacrime, reputo che mi sto slegando, in seguito m’acciuffi la faccia fra le mani, t’incolli alle mie iridi come per rassicurarmi, come se volessi consolarmi: non temere, qua ci sono io e mi baci. Quell’attimo è la marea netta, il visibilio puro, successivamente come scortata allargo le mie e le nostre lingue s’incontrano nella felicità dei sensi. Quella che adesso sperimento, non è più effusione e dolcezza, perché ci lasciamo andare all’afflizione, al patimento e alla rinuncia di oltre nove mesi vissuti di costanti brusii e di famelici mormorii, della desolazione e in ultimo della sofferenza d’un contatto fisico, che per tutti questi lunghi mesi ci siamo preclusi. Non so quanto sia durato, ma alla divisione, giacché è alquanto amara e penosa, tenuto conto che gradiremmo stare ambedue in questa condizione di benessere e di delizia per l’infinito, noto che pure tu tergiversi e vacilli fedelmente come me. In quel frangente sollevo ...
... sgarbatamente lo sguardo, tuttavia osservando la tua faccia e vedendo il tuo sguardo sornione, inizio a ridere di gusto e tu mi segui. Ambedue ridacchiamo in maniera fragorosa allontanando i residui dell’angoscia immagazzinata, giacché la gente che là accanto assiste a questo quadro forse penserà che siamo due autentici dissennati ed esaltati, anche se in verità lo siamo eccome. Adesso ci prendiamo per mano e usciamo dalla caffetteria in silenzio. Tra noi due non c’è fastidio né impaccio, temevo d’avvertire intralcio e turbamento, all’opposto ci spostiamo con una grande e innocua naturalezza tra l’affollamento, come se non fosse la prima volta, allora sta a vedere che è veramente una pura e sublime fusione. Andiamo di fuori, tu in modo spiccio e determinato reclami un tassì, io visibilmente frastornata ti guardo e ti chiedo dove mi conduci, tu speditamente mi enunci che ci avviamo in direzione dell’alberghetto d’un tuo fidato conoscente. In quella circostanza, riaffiorano nella mia mente, le numerose volte che abbiamo argomentato del nostro intimo e carnale incontro. In effetti, ci siamo sovente prefissi che avremmo trascorso buona parte del tempo in albergo tappati nella stanza facendo l’amore, dialogando di noi e studiandoci a vicenda. Frattanto sopraggiunge il tassì, tu indichi all’autista il nome della pensione e infine t’accosti a me passandomi il braccio sulle spalle. Adesso sto fissando la mia mano che si colloca sulla tua coscia procedendo adagio, con un dito mi sollevi ...