Addio al celibato, con Monica
Data: 02/09/2017,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Autore: MALCOM XXX, Fonte: EroticiRacconti
ADDIO AL CELIBATO... Eravamo sposati da circa sei mesi, io 23 anni e lei Monica, 28, alta, bionda, alta, sensuale, quarta di seno, gambe lunghe e gran bel culo. L’avevo sposata perché ero pazzo di lei, era più grande di me di 5 anni e mi sembrava una gran donna, io ancora ragazzo con pochissime esperienze alle spalle, lei già navigata, lo avevo saputo da un mio ex collega che mi aveva raccontato di certi numeri a tre o quattro, che avevano fatto,( era stato proprio lui a farmela conoscere) ma io credevo fossero tutte balle che lui mi diceva per vantarsi o per screditarla, visto che lei lo aveva mollato. Comunque me ne fregavo e non ci pensavo nemmeno. Una sera eravamo andati in un ristorantino, in zona Viale Monza, dove non eravamo mai stati. Mi avevano detto che si mangiava bene ed era un posticino simpatico e tranquillo. Era già piuttosto tardi, Infatti era quasi vuoto, oltre ad un paio di coppie c’erano solo 5 ragazzi proprio al tavolo di fianco al nostro che facevano un po' di casino, ma erano simpatici e non ci davano fastidio, anzi facevano un po’ allegria. A quanto pare, stavano festeggiando l’addio al celibato di uno di loro e le bottiglie si svuotavano rapidamente, finche cominciarono ad intonare canzonacce da osteria, noi abituati a frequentare il Brera, dove con gli amici si faceva a gara a chi intonava le canzoni più sconce, non solo non eravamo per niente scandalizzati ma anzi divertiti ci univamo al coro, mentre le altre coppie di borghesucci benpensanti si ...
... mostravano seccati, noi ridevamo ed alzavamo i calici con i ragazzi, che piacevolmente stupiti, soprattutto dalla disinvoltura di mia moglie ci invitavano al loro tavolo che era in arrivo una torta “speciale” con un paio di bottiglie di champagne, accettavamo volentieri, cosi io finii a capotavola e lei tra i ragazzi che si erano subito accorti della sua forte somiglianza con Monica Vitti, (una bellissima e brava attrice che a quei tempi andava alla grande). Tra un brindisi e l’altro cominciarono a chiamarla Monica e a fare battute un po spinte. Nel frattempo gli altri clienti con il muso ingrugnato chiedevano il conto, lasciando così tutto il ristorante a nostra disposizione. A questo punto i ragazzi cominciavano ad andare su di giri, arrivò una strana torta e il proprietario che fungeva anche da unico cameriere, annunciò che la cuoca stava andando a casa, ma aveva preparato la sua specialità la torta “Mariagiuana”. Siete padroni di non crederci, ma allora ero ingenuo e pensai che Mariagiovanna fosse il nome della cuoca storpiato nel dialetto milanese. La torta venne divisa in belle fette che tutti mangiammo accompagnandola da numerosi brindisi indirizzati a Salvatore, che era il prossimo novello sposo a cui era dedicata la festicciola di addio al celibato e naturalmente a “Monica”. La “Mariagiuana” era veramente deliziosa, anche se con uno strano gusto esotico che non conoscevo, tra una bevuta e l’altra cominciava a girarmi la testa, vedevo che Anna, rossa in faccia rideva e si ...