1. Al ristorante


    Data: 27/02/2018, Categorie: Etero Autore: ssbbw69

    ... nella borsa e la ritiro chiusa a pugno. La infilo sotto il tavolo e ti ordino di darmi la mano. Dal mio palmo al tuo palmo scivola un pezzo di stoffa odoroso che tu subito riconosci come i miei slip, già indossati.
    
    - Sei uscita senza, mi dici e non è una domanda, è una risposta che ti sei appena dato.
    
    Una risposta che ti piace e ti fa eccitare. Vedo i tuoi occhi leggermente arrossati, la bocca gonfia. Non ho bisogno di toccarti per sapere che hai il cazzo duro e pronto.
    
    - Io non prendo il dolce - ti dico- passo al caffè. Intanto vado a incipriarmi il naso.
    
    Mi alzo e lentamente raggiungo il bagno delle signore: la saletta è in linea con il ristorante, è arredata con gusto e ingentilita da cestini di fiori secchi.
    
    C'è profumo di lavanda.
    
    Appoggiata al lavandino, mi guardo allo specchio e mi chiedo se tu abbia capito.
    
    Ho le guance arrossate, la bocca gonfia e la fica che pulsa dalla voglia di averti.
    
    Sono quasi decisa a rientrare in sala quando vedo la maniglia muoversi e la porta aprirsi.
    
    Eccoti. Ci sei.
    
    Hai capito e mi hai seguita.
    
    Senza una parola, chiudi a chiave la porta, poi mi fai girare contro il lavandino e mi fai chinare in avanti, alzandomi la gonna sul culo.
    
    Sento la tua faccia contro il mio culo e la lingua che mi accarezza.
    
    Con un gesto rapido, mi sfili l'ovulo dalla fica e te lo infili in bocca.
    
    - Sa di buono, mi dici, sa di te.
    
    Anche se ci frequentiamo da poco, hai imparato bene a conoscere il mio corpo e ...
    ... sai che se mi prendessi ora, per quanto bagnata, sentirei male.
    
    Così mi infili un dito e quasi non lo sento, allagata come sono dai miei umori.
    
    Mi penetri con un secondo dito e io inizio ad ansimare.
    
    Mi ordini di stare zitta: sai bene quanto io possa urlare quando godo e mi minacci di non scoparmi per una settimana se non riuscirò a godere in silenzio.
    
    Con il pollice mi solletichi il culo: i nostri sguardi si incrociano sullo specchio davanti a noi.
    
    Nei miei occhi leggi una richiesta che non puoi soddisfare.
    
    - Non c'è tempo, mi dici e intanto sfili le dita dalla mia fica e armeggi con la cerniera dei tuoi pantaloni.
    
    Mi guardi: - Puttana, mi dici e mi prendi con un colpo solo, secco e deciso.
    
    Io sobbalzo, presa fra il piacere del tuo cazzo e quello delle tue parole. Parole che a te solo concedo.
    
    Te ne vieni dopo poche spinte violente. Ti vedo barcollare, poi ricomporti e lavarti le mani e la faccia.
    
    Mi risistemo anche io ed esco per prima.
    
    Risiedo al mio posto, chiedendomi se mi si legga in faccia quello che abbiamo appena fatto, se qualcuno si sia accorto della nostra assenza.
    
    Mi raggiungi e ti guardo: non mi sei mai sembrato così bello e speciale.
    
    Ricompare il cameriere, gli ordini un dolce per te e un caffè per me.
    
    Le mie cosce chiuse raccolgono le gocce del tuo sperma che scendono dal mio corpo.
    
    Mi chiedo se macchierò la gonna, se qualcuno se ne accorgerà.
    
    Non importa. Niente ora ha importanza tranne noi due.
    
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