La forma dell'acqua - la parte censurata del film di Guillermo Del Toro
Data: 28/02/2018,
Categorie:
pulp,
Autore: beast
Questo racconto tratta quella parte di storia che il film di Guillermo del Toro non ha potuto illustrare per ovvie ragioni. Come sapete, Elisa, la ragazza muta si era innamorata di quella strana creatura coperta di squame, di cui andava ogni giorno a pulire la cella. All’inizio erano solo sguardi curiosi, ma poi col passare dei giorni la sua naturale timidezza aveva lasciato spazio ad una insospettabile intraprendenza e la sua mano aveva osato avvicinarsi fino a sfiorarne la pelle verde muschio argentato. Fu una sensazione strana, la prima cosa che la colpì fu che la sua pelle non era fredda come si sarebbe aspettata, ma gradevolmente tiepida, certo era viscida, vagamente vischiosa, coperta da un leggero strato di mucosa, che la rendeva più scivolosa, aumentandone aerodinamicità e velocità in acqua. Quando lei e il professore trafugarono la creatura e la portarono a casa di lui, i momenti di intimità divennero più frequenti e le esplorazioni tattili della donna si fecero più audaci, e vennero piacevolmente ricambiate. Entrambi seduti sul bordo della grande vasca in ceramica bianca, cominciarono ad esplorare i rispettivi corpi con una curiosità sempre più eccitata. Le mani del mostro erano palmate ma non per questo meno sensibili e meno piacevoli di quelle di un uomo, la prima volta che lui le sfiorò un seno, pur essendo coperto dal tessuto del leggero vestito di cotone, lei sussultò di piacere, slacciò i quattro bottoncini di madreperla che ne riducevano la scollatura, prese ...
... la sua mano e la infilò tra i lembi del tessuto in modo che lui potesse arrivare alla pelle dei suoi piccoli seni, così liscia e delicata. Il piccolo capezzolo rosa si indurì immediatamente al tocco leggero di quelle dita vagamente umide. Anche lui sembrò eccitarsi al tocco dei suoi seni, evidentemente, le femmine della sua specie, non essendo mammiferi, non aveva nulla di simile, e mai le sue dita avevano potuto gustare il sottile piacere di sentire un capezzolo indurirsi per l’eccitazione. Il giorno dopo Elisa, sempre più spavalda guidò la mano di lui tra le sue gambe, le sue dita trovarono la fica della donna già bagnata ed eccitata, portò quegli umori appiccicosi alla bocca e ne gustò il dolce sapore di miele, emise un verso vagamente gutturale in segno di approvazione e ricambiò il gesto prendendo quella di lei e conducendolo verso il suo inguine. Al contrario degli uomini, il suo sesso non era esposto, ma come quello dei delfini si trovava nascosto all’interno di una specie di fenditura longitudinale che partiva dalla zona anale e saliva in direzione di un ipotetico ombelico, se ci fosse stato. Le dita di Elisa si trovarono a toccare una specie di vagina, e presto i lembi laterali di carne si dischiusero e la punta rosa e umida di un pene fece capolino che a poco a poco venne completamente estroflesso fino ad ergersi davanti ai suoi occhi affascinati. Non era particolarmente lungo, circa una ventina di centimetri, alla base era largo più o meno come il polso di un uomo, ...