Jean all'aeroporto (parte seconda)
Data: 28/02/2018,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: johnmay
...(continuazione)...
L'aereo sarebbe partito a breve, così stavo per risistemarmi quando lui mi rivolse uno sguardo quasi supplichevole. Capii che non avrebbe voluto fermarsi lì e lo stesso valeva per me, ma continuare era impossibile. Mi chinai e lo baciai, a lungo, con passione, poi si ricompose anche lui. Controllammo con attenzione di essere da soli e uscimmo dalle toilette per dirigerci verso il gate e proseguire il nostro viaggio.
Era una tranquilla e soleggiata giornata di inizio Novembre e non essendo periodo di vacanza non molti passeggeri ruzzavano per l'aeroporto. Il nostro imbarco fu piuttosto rapido anche perché l’aereo non era per nulla affollato, al contrario moltissimi posti erano rimasti liberi soprattutto sul retro cabina.
Jean scelse una poltroncina vicino al finestrino e io mi sarei seduto sulla destra accanto a lui. Eravamo piuttosto isolati dal resto dei passeggeri, ci trovavamo in una fila di sedili abbastanza sul retro senza nessuno nelle immediate vicinanze: “una posizione strategica”, pensai “sarà stata una scelta casuale?”. La sola idea delle possibili “cattive intenzioni” del mio nuovo amico mi stuzzicava e non poco, anche se il trovarsi in un “luogo pubblico” di quel tipo avrebbe reso pressoché impossibile imbarcarsi in strane situazioni. Abbandonai quindi i miei pensieri piccanti, sistemai il bagaglio e mi tolsi il giubotto lungo poggiandolo sulle mie gambe una volta seduto.
L’aereo decollò.
Io e Jean chiacchierammo per un pò ...
... del più e del meno, mentre lui parlava avrei voluto baciarlo, mordicchiare quelle meravigliose labbra ancora una volta. Aveva un fare così seducente, una voce così sensuale… Come già detto sarebbe andato a trovare i suoi parenti (che scoprii abitare in un paese vicino al mio) e con la scusa avrebbe anche visitato qualche città d'arte nei dintorni.
Non aveva molti amici in Italia dato che vi si recava raramente, dunque mi offrii di accompagnarlo e lui fu contento di ciò.
Il viaggio in aereo sarebbe stato abbastanza lungo, così senza neanche accorgercene, anche per la
stanchezza accumulata nelle ore precedenti, finimmo entrambi per addormentarci.
Fu dopo un tempo imprecisato che mi svegliai perché qualcosa, o meglio qualcuno, stava toccando le mie parti basse da sopra i pantaloni. Pur essendo un tocco discreto e leggero, forse appena accennato, il mio cazzo si era inturgidito e brividi di eccitazione avevano iniziato a percorrere le mie gambe e la schiena. Gradualmente il tocco si era trasformato in un vero e proprio massaggio, alquanto energico e deciso, cosa che me lo fece diventare di marmo.
La situazione si stava rivelando particolarmente piacevole, sebbene fosse accompagnata da una certa tensione: la preoccupazione del pericolo che qualcuno potesse scoprire cosa stava accadendo. Jean pareva non curarsi assolutamente di questo rischio, ma io per tranquillizzarmi, aprii cautamente gli occhi in modo da controllare che nessuno stesse guardando nella nostra ...