1. Jean all'aeroporto (parte seconda)


    Data: 28/02/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: johnmay

    ... direzione. Così facendo mi accorsi che Jean teneva i suoi chiusi, fingendo di dormire, e percependo i miei movimenti (e probabilmente anche la mia apprensione) aveva preso a sorridere maliziosamente come per provocarmi.
    
    Il suo atteggiamento, il complesso di sensazioni derivanti da quel piacere contornato di tensione (sempre più di sottofondo) e le endorfine che stavano per inondare il mio corpo mi eccitavano ancora di più. Tenendo sempre il giubbotto sulle gambe in modo tale da nascondere il tutto lo lasciai fare, riprendendo a fingere di dormire.
    
    Il massaggio continuava imperterrito, io quasi non riuscivo più a contenermi. Ora mi stava abbassando la cerniera dei pantaloni e quando quella mano calda entrò a contatto con le mie mutande prima e direttamente col mio membro dopo, sentii le prime gocce di presperma uscire lentamente dalla mia uretra. Quel movimento di mano fece presto a trasformarsi in sega. Jean faceva scorrere la pelle verso il basso, quasi come volesse farmi sentire ogni millimetro del prepuzio ripiegarsi su sé stesso per mettere in mostra il mio glande gonfio e umido, e, una volta arrivato in fondo all’asta, col pollice si bagnava dei miei umori e mi stuzzicava roteando il dito in cima alla cappella facendomi bagnare sempre di più. Non so quanto avrei potuto resistere, era troppa l'eccitazione, sentivo il mio corpo vibrare, come volesse tremare e io volessi urlare dal piacere incontenibile. Quella magica sega continuava imperterrita, continuava, ...
    ... continuava...
    
    Maledetto aereo! Avrei voluto andare oltre, godere del corpo di Jean, sentirlo mio.
    
    Con cautela e con movimenti apparentemente distratti, spostai la mia mano a livello del suo fondo schiena e iniziai a sfiorarlo. La cintura stretta e la posizione poco comoda mi impedivano di passare all'interno delle sue mutande, così inizialmente mi limitai a toccarlo da sopra i pantaloni, ma poco dopo, avendo intuito le mie intenzioni, Jean si slacciò la cinta e girandosi leggermente su di un fianco, mi diede il via libera. Così con la mia mano, sempre discretamente, potei finalmente toccare quei glutei morbidi e rotondeggianti, stringerli pian piano ma in modo deciso e sentire il mio nuovo amico, sempre più eccitato, sempre più caldo, emettere flebili gemiti di piacere.
    
    Quando con le dita giunsi a percorrere il solco fra le natiche, la sua mano, che nel frattempo continuava a segarmi il cazzo sempre con maggior vigore, quasi si fermò e io potei sentire Jean tremare e riscaldarsi sempre di più. Così decisi di stuzzicargli il buchetto: sfioravo i contorni di quell'apertura e vi infilavo appena un dito. Lui apprezzava, io spingevo più in profondità e lui era quasi completamente perso nei meandri del piacere. Nel momento in cui lo sfintere fu più rilassato vi infilai il secondo dito. Jean inarcò la schiena, la mia eccitazione saliva alle stelle. Continuai con quel gioco perverso per diversi minuti prima di inserirci anche il terzo dito, a quel punto lui cambiò posizione e si ...