1. Debora: una vera dark lady in cerca di se stessa_2


    Data: 28/02/2018, Categorie: Prime Esperienze Autore: light78

    Debora era ancora lì, davanti all'uscio della mia porta. Oramai mi dava la schiena, mentre se ne stava per uscire.
    
    Un sussulto di orgoglio e la trattenni. La abbracciai per un'ultima, ultimissima volta.
    
    Lei si girò affettuosamente “Non avermene, conosci ancora troppo poco di me.”
    
    Prese la mia mano e andammo verso il divano, ci risedemmo.
    
    “Con te sono stata bene, un mix di passione e dolcezza difficile da trovare in un uomo, credimi. Ma da sempre sono attratta dalle donne, solo con loro riesco, almeno credevo, a sentirmi in piena armonia”. Io ascoltai tutto questo in silenzio, tra l'ammagliato e lo sbigottito.
    
    Intanto lei riprese “però è splendida l'empatia fisica e mentale che tra noi si è creata. Non vedo l'ora di raccontarla ad Irene, la mia compagna. Ho combinato un bel casino..capisci?!?”.
    
    Qui compresi il suo stato d'animo, e l'abbracciai forte.
    
    “Comprendo bene Debora. Tuttavia se ti vuole bene come penso, comprenderà la situazione. Anzi, prova a telefonarle, spiegale che sei qui da me, che comunque il sentimento per lei è immutato, ma avevi bisogno solo di capire meglio te stessa.”.
    
    Non la vedevo convinta, rifletteva, tenendo il cellulare stretto tra le mani.
    
    Ad un certo punto si alzò di scatto, mi chiese se poteva andare in camera a telefonare.
    
    Chiuse la porta, accesi la musica per rispettare la sua privacy.
    
    Fu una lunga telefonata, sentivo la voce concitata che passava la parete, alternata a dei lunghi silenzi.
    
    Dopo una ...
    ... telefonata se ne uscì piangendo, sbattendo la porta, inveendo contro se stessa.
    
    Disse che aveva rovinato tutto e che Irene non avrebbe mai compreso, che tutto era finito.
    
    Tentavo di confortarla, invano. Piangeva: la fredda dark lady ammirata il giorno prima al Parco ora era tra le mie braccia in tutta la sua fragilità.
    
    Il suo trucco colava lungo le guance.. tentavo con le dita di ricomporla.
    
    All'improvviso il telefono: era Irene! Chiese il mio indirizzo, fredda, senza darle spiegazioni. Disse che sarebbe arrivata in dieci minuti.
    
    Debora cominciò a tremare, la strinsi ancor di più a me, dolcemente. “Aiutami Ale. Spiegale che è stata solo chimica, una sbandata, nulla più, ma amo lei. E' inferocita.” La tranquillizzai, le dissi che ero pronto, se necessario ad assumermi tutte le responsabilità.
    
    Irene arrivò in un battibaleno. Squillò il campanello, le andai incontro lasciando Debora seduta sul divano. Speravo dentro di me di poterla far ragionare.
    
    Intravvidi la sagoma di Irene mentre saliva le scale, me la immaginavo anch'ella una dark lady.
    
    Invece si fece avanti una splendida donna, bionda, liscia, un bellissimo sorriso, occhi azzurrissimi, carnagione chiarissima, lentiggini. Indossava attillati jeans e una t-shirt turchese e delle sneakers. I seni medi, tondi, sodi, senza reggiseno: le potevo intravvedere i capezzoli. Si vedeva che si era vestita in fretta, non portava trucco, ma era ugualmente affascinante.
    
    Mi sorprese anche come mi salutò, non sembrava ...
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